Telecom, si smorza la polemica
Contrari, nonostante l'assemblea fosse stata convocata proprio dai fondi ostili all'operazione, sono stati solo il 26,9% dei presenti pari a una quota del capitale dell'8,04%. Non c'è quindi stata la forte partecipazione da parte dei fondi esteri capitanati da Deminor (che in una lettera aperta sui quotidiani si erano accreditati una quota del 25% del capitale) e in particolare del Fondo Liverpool, il grande assente della giornata nonostante le bellicose dichiarazioni fatte nelle scorse settimane. Nell'assemblea ordinaria infatti il verdetto (l'operazione venne approvata a larga maggioranza con il 63% del capitale) era in qualche modo scontato anche grazie ai voti di Olivetti e gli oppositori, al di là di qualche schermaglia verbale con il management nel dibattito, si erano presentati in forma ridottissima (Liverpool ad esempio si era registrata sotto lo 0,127%). Nell'assemblea dei soci di risparmio invece le cose sarebbero potute andare diversamente con Olivetti che, non possedendo alcuna azione della categoria, rivestiva il ruolo di semplice spettatrice. Umberto Mosetti, rappresentante di Deminor Italia non ha così nascosto il suo disappunto al termine della riunione: «se i fondi esteri che si sono detti contrari alla fusione non vengono in assemblea - ha detto dopo la riunione - è difficile poi fare battaglie di principio». Deminor, in assemblea rappresentava infatti i titoli di Ubs, KCapital, Societè Generale e altri fondi minori per 87 milioni di azioni pari al 5% del capitale, mentre Fidelity portava con sè 23 milioni e il fondo pensioni americano Tiaa Cref 7 milioni. Un fronte del no che ha potuto mettere insieme complessivamente quindi solo il 7% del capitale. «A Telecom - ha spiegato Mosetti - bisogna fare i complimenti per essere riuscita a mettere insieme una maggioranza a suo sostegno, Intesa, ad esempio, aveva 150 milioni di azioni e ha votato a favore». Il risultato frena anche l'ipotesi di ricorsi in tribunale dopo che i giudici di Milano hanno già detto no al ricorso presentato da Liverpool e in cui si chiedeva un provvedimento cautelare d'urgenza.