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L'Adusbef: subito giù il costo del denaro. Bankitalia vigili meglio sugli istituti

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Lo ha detto il presidente, Romano Prodi, che ha auspicato che i governi operino adesso le riforme necessarie e incoraggino imprese e consumatori. E il commissario agli Affari economici e monetari, Pedro Solbes, ha aggiunto l'augurio che il taglio serva al rilancio dell'economia. Nel frattempo, la banca centrale danese (la Danimarca non fa parte dei Dodici paesi della zona euro) si è immediatamente adeguata alla mossa della Bce, abbassando il suo tasso di riferimento dello 0,5% al 2,15%. Intanto l'Adusbef ha criticato il comportamento delle banche italiane: «le banche non si adeguano ma appesantiscono i costi dei conti correnti» e chiede alla Banca d'Italia di «essere più vigile per quanto riguarda i tassi applicati dalle banche alla propria clientela». «Esiste una abnorme e ingiustificata forbice, pari a 5,375 punti percentuali, fra il tasso di riferimento della Bce e il Prime Rate Abi», ossia il tasso applicato dalle banche alla migliore clientela rilevato dall'Abi. «Negli ultimi 2 anni - rileva il leader dell'Adusbef Lannutti - la Bce ha più che dimezzato, di ben 2,5 punti, il tasso di riferimento» portandolo dal 4,50% del maggio 2001 al 2% di ieri, «mentre il Prime Rate Abi è rimasto pressochè invariato con una modestissima riduzione di 0,50 punti essendo tuttora inchiodato al 7,375%». L'Adusbef rileva anche che, al contrario, «il sistema bancario ha apportato consistenti ritocchi ai costi dei conti correnti, aumentati del 10,6% nel primo trimestre 2003». Tra i dati che sono scrutati per guardare se c'è all'orizzonte qualche segnale di ripresa, occorre segnalare il superindice Ocse, salito dello 0,2% ad aprile rispetto al -0,3% di marzo. È un piccolo segnale positivo, anche se l'attendibilità nell'anticipare la tendenza dell'economia di strumenti composti da una serie di sotto indici è soggetta a più di un dubbio. Buono il miglioramento Usa, da -0,7% a +0, 5%, e sempre delicata la situazione giapponese, da -0,6% a -0,5%. Nella zona euro, salita nel complesso da -0,2% a +0,1%, spicca il peggioramento dell'Italia, scesa da +0, 1% a -0,3%, con un risultato peggiore di Germania (+0,1%) e Francia (-0,1%). Intanto, negli Stati Uniti il tasso di disoccupazione è salito a maggio al 6,1% dal 6% di aprile.

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