G8, la ripresa è dietro l'angolo
Berlusconi: fiducia nella crescita mondiale. Chirac: nessun rischio deflazione
«Alcuni grossi rischi si sono attenuati ed esistono le condizioni di una ripresa. Siamo fiduciosi sul potenziale di crescita delle nostre economie», assicurano i 'Grandi della Terrà nella dichiarazione finale del loro summit ai bordi del lago di Ginevra. Considerano molto positivo che le incertezze legate alla guerra in Iraq siano scomparse, che il petrolio abbia un prezzo ragionevole, che gli interessi siano bassi. E si dicono decisi a «realizzare politiche macroeconomiche sane in appoggio alla crescita». Il presidente del Consiglio Berlusconi ha detto che «dal G8 è uscito un messaggio di fiducia per la ripresa dell'economia mondiale». Il presidente francese Jacques Chirac ha però avvertito che la crescita diventerà realtà soltanto se si procederà a «riforme strutturali». La dichiarazione conclusiva del vertice di Evian elenca a questo proposito una dettagliata serie di misure che a giudizio dei leader G8 vanno assolutamente prese. Al primo posto ci sono «le riforme strutturali sui mercati del lavoro, dei prodotti e dei capitali». Vengono poi nell'ordine la riforma delle pensioni e della sanità «per far fronte alla sfida comune rappresentata dall'invecchiamento della popolazione» (un tema esplosivo; ieri la Francia è rimasta paralizzata da un'ondata di scioperi contro una riforma del sistema pensionistico). AQltra priorità è l'aumento della produttività, «puntando sull'educazione e l'addestramento continuo», «creando un ambiente favorevole allo spirito imprenditoriale», «incoraggiando la concorrenza». Poi il rafforzamento della fiducia degli investitori «migliorando il governance aziendale, la disciplina dei mercati e la trasparenza». Fin qui la dichiarazione finale, dove brilla l'assenza di ogni riferimento all'indebolimento del dollaro. Chirac, ribadendo che non esiste al momento pericolo di deflazione nè in Europa nè negli Stati Uniti, ha detto che i leader del G8 considerano «la stabilità dei cambi «essenziale al fine di assicurare la crescita» e terranno sotto controllo la situazione. Servizio minimo, insomma. I dibattiti non hanno nemmeno portato a passi avanti sul tema di ulteriori riduzioni delle barriere commerciali. I Grandi si sono limitati a ribadire l'impegno a concludere entro fine 2005 l'attuale round di trattative per la liberalizzazione degli interscambi. E si sono guardati bene dall'entrare nel merito delle dispute (per lo più tra Stati Uniti ed Europa) che finora hanno impedito progressi spediti.