Fazio, riforme vere contro la crisi
Le Considerazioni che seguono l'Assemblea dell'istituto sono di consueto l'occasione per fare il punto sullo stato di salute dell'economia e del mondo bancario e per indicare al governo le priorità. È quindi molto probabile di fronte a un quadro economico tutt'altro che roseo, la relazione di Fazio contenga un monito non solo al governo ma anche agli istituti internazionali. Il Governatore insistendo su un tema a lui caro, tornerà con maggior vigore sulla necessità delle riforme, come unico modo per far uscire l'economia dalle secche e aiutare il sistema Paese ad essere competitivo. Più che la leva monetaria (Fazio non ha mai creduto che la riduzione del costo del denaro sia la panacea all'euro forte) ciò che di cui l'Italia e la Ue hanno bisogno è di affrontare con decisione una stagione di riforme strutturali. A cominciare dalle pensioni. Da seguire è l'esempio della Francia che in nome del cambiamento sta sfidando la piazza. Fazio potrebbe chiedere tra le righe di mettere la sordina alla conflittualità politica proprio in funzione dell'avvio delle riforme. Queste devono inserirsi anche in un quadro di compatibilità europea. Ecco che la Convenzione diventa importante in quanto momento di coordinamento delle politiche economiche. Ma Fazio potrebbe voler rilanciare anche una strategia di coordinamento tra Europa e Usa per superare la crisi economica. Non va dimenticato che Fazio nel '95 insieme al presidente della Fed Greenspan e al Governatore della Banca Centrale Canadese affrontò la crisi del Messico promuovendo un forte coordinamento di banchieri centrali che culminò con il vertice di Toronto. Poi c'è il nodo dei conti pubblici. Inevitabile il richiamo a tagliare le spese e a dare maggiore efficienza alla pubblica amministrazione. Il «miracolo economico» prospettato nel programma di governo si è scontrato con una serie di eventi sfavorevoli, dal terrorismo, alla guerra, alla Sars che hanno dato un colpo di freno all'economia. Ma questo non deve diventare un alibi e Fazio come ha fatto il presidente della Confindustria D'Amato, non mancherà di sottolinearlo. Di pari passo alle riforme va favorita la diffusione delle grandi imprese. Piccolo è bello è uno slogan sempre meno adatto ad un Paese che agisce in un sistema di mercati globali. E se è vero che l'occupazione cresce soprattutto nelle piccole imprese è anche vero, (Fazio lo ha detto già un anno fa a Verona) che è la grande impresa a trainare la crescita del Paese. il Governatore pertanto solleciterà misure che incentivino lo sviluppo del sistema industriale. In questa ottica si pone anche il riassetto del sistema bancario con il completamento delle aggregazioni.