Eni punta ai giacimenti dell'Iraq Fuori dalla chimica e dalle tlc
L'Eni si dice infatti pronto a «cogliere l'occasione per lavorare» nel Paese ricordando di averne tutte le credenziali: «abbiamo le competenze tecnologiche e conosciamo le consistenze minerarie» spiega agli azionisti l'amministratore delegato dell'Eni Vittorio Mincato che ricorda come già nel «passato» il gruppo aveva messo gli occhi sull'area irachena di Nassirya. Ma l'occasione buona difficilmente potrà realizzarsi - ricorda - prima di un anno. Sul versante interno, invece, il gruppo conferma la sua strategia di uscita dalla petrolchimica e dalle tlc. Spiega che sta valutando anche le varie ipotesi sul futuro della rete Italgas - «le attività regolate non rientrano nel nostre core», ricorda Mincato - e mentre conferma per l'anno in corso gli obiettivi fissati nel piano strategico 2003-2006, non si dice particolarmente preoccupato per l'impatto del rafforzamento dell'euro sui conti del Gruppo. Per il 2003, intanto, le previsioni sono di un cambio che, in media d'anno, dovrebbe vedere l'euro rafforzarsi del 10% sul valore medio 2002 ed il petrolio (il Brent) attestarsi sui 25 dollari al barile, ad un livello cioè «funzionale alla ripresa economica internazionale». Mincato si prepara intanto a staccare, anche quest'anno, un assegno corposo per l'azionista di maggioranza: al ministero del Tesoro che detiene ancora il 30,33% del capitale dell'Eni andrà infatti una cedola complessiva di 910 milioni di euro grazie al dividendo - approvato ieri dall'assemblea - di 0,75 euro per azione (stacco cedola previsto per il 23 giugno, dal 26 invece in pagamento). Un nuovo assegno che porta a 2,845 miliardi di euro il guadagno che Via Venti Settembre ha incassato, solo sotto forma di dividendi, dal '99i. Ed il Tesoro si dice «soddisfatto» e parla - per voce del rappresentante in assemblea, Mario Stella Ricther - di «risultati cospicui» ricordando che il rendimento è di «oltre il 5,4% sul valore di mercato». L'assemblea, che ha anche approvato il bilancio 2002 chiuso con utile consolidato di 4,593 miliardi di euro (3,880 per la Spa), ha inoltre autorizzato il cda a proseguire, per 18 mesi, nel programma di buy back fino «a raggiunge il massimo di 400 milioni di azioni proprie del valore nominale di un euro e fino ad un' ammontare complessivo massimo di 5,4 miliardi di euro per un prezzo non inferiore al valore nominale non superiore al 5% rispetto al prezzo di riferimento registrato nel giorno precedente» ogni singola operazione di acquisto.