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Cinecittà, Medusa si tira indietro Livolsi cerca soci sugli studios

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Dopo avere lasciato trapelare giovedì mattina in una intervista rilasciata al quotidiano finanziario MF l'ipotesi di un ingresso di Medusa, la major cinematografica del gruppo Fininvest-Mediaset, nell'azionariato di Cinecittà, lo stesso Livolsi ieri ha voluto dichiarare alle agenzie di non avere trattative in corso per l'apertura dell'azionariato di Cinecittà holding. In effetti lo statuto attuale della società non prevede ipotesi di privatizzazione. La trattativa a cui lo stesos manager si era riferito nell'intervista, dicendo espressamente che sarebbero entrati nuovi soci «ma i nomi sono top secret» (però fuori virgolette lo stesso giornale faceva l'ipotesi Medusa), riguarda invece Cinecittà studios, la società controllata dove sono già presenti altri operatori del settore. Ieri la stessa Medusa ha fatto sapere di non essere interessata a un matrimonio con Cinecittà, e non si può che prenderne atto. Secondo quanto risulta a Il Tempo in effetti la trattativa è in corso e non si è ancora conclusa. Anzi, racconta uno dei protagonisti della vicenda, «in Cinecittà studios Livolsi sta pensando a rimpiazzare la quota di capitale detenuta da Vittorio Cecchi Gori, mai pagata nonostante formali intimazioni pubblicate anche in Gazzetta Ufficiale. L'impressione è che lui voglia tirare un po' per i capelli Medusa, che nei primi incontri fra le parti non sembrava proprio entusiasta. In ogni caso le porte non sono state chiuse». I progetti finali e anche le decisioni effettive per Cinecittà, compresa l'ipotesi di realizzazione di parchi a tema, verranno comunque annunciati a Venezia a settembre in occasione della Mostra del Cinema.

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