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Scalata di Cardia al vertice Consob

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Il consiglio dei ministri ha deliberato la procedura con un certo anticipo tenuto conto dei tempi occorrenti alle commissioni parlamentari per la procedura di nomina. Lamberto Cardia, designato dal governo ai vertici della Consob ieri, nel giorno del suo 69esimo compleanno, è magistrato e presidente di sezione presso la Corte dei Conti, ed è il membro di maggior anzianità dell'organo di vigilanza. Lo volle il governo di Romano Prodi il 10 aprile 1997 ma fu riconfermato l'11 aprile 2002 dal governo Berlusconi, dimostrando di essere benvoluto sia dal centrosinistra che dal centrodestra. E non ci sono state difficoltà quando si è cercato un degno sostituto di Spaventa: il nome di Cardia, nel passaggio parlamentare connesso alla conferma, ha ottenuto il parere favorevole unanime delle Commissioni Finanze di Camera e Senato. Cardia ha ricoperto numerosi incarichi sia nel governo e nella pubblica amministrazione sia nelle imprese e nel campo dell'insegnamento universitario. E' stato sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per i servizi segreti, l'editoria e lo sport (gennaio 1995 maggio 1996); capo dell'ufficio legislativo presso il ministero del Tesoro (1994 1995); capo di gabinetto al ministero del Bilancio e della programmazione economica (1988 1989). Recentemente (2001 e 2002) ha fatto parte con funzioni di coordinatore della Commissione per la riforma delle autorità e delle agenzie, istituita presso il ministero della Funzione pubblica. Per circa dieci anni (1980 1990) Cardia è stato magistrato delegato al controllo dell'Eni, partecipando al Consiglio di amministrazione, alla giunta esecutiva e al Collegio sindacale. Come magistrato della Corte dei Conti Cardia ha esercitato funzioni di controllo sulla gestione dell'Iri (per oltre cinque anni fra il 1990 e il 1997) e di alcuni dei principali enti economici, tra cui l'Inam, l'Isvap e le maggiori autorità del settore portuale. Nel 1987 è stato insignito dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana.

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