Energia, caro tariffe e rischio black out
La liberalizzazione insomma non sta funzionando: nonostante il paese sia tra quelli più «avanzati» in termini di apertura, i «risultati sono effimeri» sopratutto per quanto riguarda le tariffe, avverte infatti il Gestore della Rete Nazionale di Trasmissione nel suo terzo rapporto annuale tornando anche a paventare il rischio di una sindrome California se non si correrà presto ai ripari. E l'allarme non resta isolato. Con toni e punti di visuale diversi, i protagonisti del settore - dall'Enel all'authority per l'energia, dall'Antitrust a Confindustria - sono infatti sostanzialmente sulla stessa linea. Ed anche il Ministro delle Attività Produttive Antonio Marzano riconosce che «ci sono priorità, come quelle della sicurezza e dell'economicità, ed iniziative che dobbiamo perseguire e lanciare». L'ampliamento del parco centrali italiano stenta, le linee di interconnessione con l'estero devono essere potenziate, il quadro regolatorio va chiarito e l'avviato processo di liberalizzazione deve «essere completato», la Borsa elettrica deve partire, suggerisce così il Gestore che presenta, cifre alla mano, un sistema elettrico dove la produzione nazionale e le importazioni rischiano di non essere in grado di soddisfare le punte di domanda, ed un livello dei prezzi che «cresce ogni anno e resta sulle punte Ue». E, proprio sui prezzi, interviene anche il Garante Giuseppe Tesauro che, citando un rapporto del Ministero delle Attività Produttive, sottolinea come i prezzi italiani sono secondi solo al Giappone. «Il divario dei prezzi rimarrà per alcuni anni», prosegue il vicepresidente di Confindustria Giuseppe Prezioso tornando a ricordare il peso dei costi energetici sulla competitività del made in Italy. E anche l'apertura del mercato, con l'ampliamento delle soglie di idoneità (di coloro cioè che possono scegliere liberamente il proprio fornitore) non da risultati: «buona parte dei clienti liberi ha cambiato più di una volta il fornitore con la speranza di abbattere i costi della fornitura. Ma i risultati sono stati effimeri», spiega il Grtn che sul tema ha annunciato che il nuovo abbassamento delle soglie di idoneità scattato a maggio ha visto già 10 mila disdette dei vecchie contratti. L'Enel da parte sua, sottolinea l'amministratore delegato Paolo Scaroni, «sta facendo la sua parte, per quello che gli compete, cercando di ridurre i costi di produzione» dai quali si può creare spazio e margini per una discesa dei prezzi finali. Ma il problema resta. Il Ministro delle Attività Produttive, Antonio Marzano, ricorda che il Governo è all'opera, proprio su quelle azioni auspicate anche dal Gestore: «abbiamo fatto il decreto sblocca centrali per agevolare e accelerare la realizzazione di nuovi impianti», ricorda ribadendo che l'obiettivo è quello di far entrare in funzione 10 mila mw di nuova potenza entro il 2006. «Abbiamo promosso anche norme sblocca-linee», ribadisce ricordando le misure previste nel disegno di legge di riforma del settore che è all'esame del Parlamento e che affronta - ricorda - molti dei nodi da sciogliere per l'intero settore.