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Condono, gettito centrato. Si pensa alla proroga Per decidere su una riapertura dell'operazione si attendono però le cifre certe e definitive

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Così Berlusconi commenta le prime indicazioni sui risultati dei condoni fiscali: nelle casse dello Stato dovrebbero entrare anche più degli otto miliardi di euro previsti. Ora, con un obiettivo «ampiamente centrato», e secondo alcuni anche decisamente superato, sul tavolo del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, le uniche cose che rimangono da fare sono: attendere un dato più certo sull'incasso e sciogliere il nodo di un'eventuale proroga, che nei giorni scorsi è stata più volte chiesta. Il Consiglio dei ministri di ieri però non ha affrontato il tema. Come ha rilevato il ministro per le Politiche Comunitarie, Rocco Buttiglione, una eventuale proroga infatti potrebbe seguire due vie diverse: quella parlamentare o un nuovo provvedimento d'urgenza. Ma per pensare ad uno slittamento di termini l'Esecutivo attende appunto di sapere con maggior esattezza quanto si è incassato finora. E questo si saprà non prima del 16 giugno - spiega il presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, Antonio Tamborrino - quando saranno trasmesse telematicamente le richieste di adesione alle sanatorie. La conferma di questa attesa arriva dal sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas, che ritiene «utile conoscere i dati precisi per valutare l'opportunità di un'eventuale riapertura dei termini». E, oltre ai dati, si ragiona anche sulle penali per un'eventuale riapertura che, in questi giorni, sono state indicate in un range che va dallo 0,2% fino al 2,5%. Intanto, in Parlamento si valutano le due diverse ipotesi da percorrere per la proroga: secondo Maurizio Leo (An) si potrebbe convertire in legge con modifiche il decreto (decade il 7 giugno) che ha già spostato dal 16 aprile al 16 maggio il termine e arrivare così fino al 20 giugno. Questo provvedimento è attualmente all'esame della commissione Finanze della Camera che dovrebbe discuterlo martedì prossimo. Ma questa strada sembra «difficile» al presidente della Commissione Finanze del Senato, Riccardo Pedrizzi (An), che ritiene i tempi troppo stretti per la conversione. La seconda ipotesi sarebbe quindi quella di fare decadere il primo decreto e intervenire con un successivo provvedimento d'urgenza del Governo. In attesa di capire se, quando e come la proroga si farà (alcuni sostengono che il Governo potrebbe decidere di non riaprire i termini visto l'ottimo risultato raggiunto), si registra una certa euforia sul presunto gettito a una settimana esatta dalla chiusura dei termini. Da Atene il viceministro Mario Baldassarri annuncia infatti che «i dati emersi finora, e che abbiamo avuto la possibilità di esaminare, confermano ampiamente che l'introito che avevamo previsto per l'anno 2003 nella legge finanziaria, pari a otto miliardi di euro, è stato ampiamente centrato. Forse anche abbondantemente centrato».

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