WASHINGTON — «Non è irragionevole un'accelerazione della crescita Usa».

Poi va dritto al punto con tre passaggi fulminanti: la fase d'incertezza non è affatto superata, anzi. La politica monetaria della Fed è già espansiva (quindi non ci sarà un taglio dei tassi a breve). Il calo dell'inflazione negli Usa non è un fattore positivo, tanto più che è previsto un ulteriore calo nei prossimi mesi (in pratica un modo elegante per dire che gli Usa sono in deflazione). Inoltre, genera preoccupazione la crescita del deficit . Ma partiamo dalla crescita. Secondo Greenspan vi sono alcuni dati incoraggianti che fanno sperare in una ripresa dell'economia statunitense, ma questi si scontrano con una serie di dati negativi (come l'occupazione e la produzione) che non lasciano ben sperare. In sostanza, occorrono altri dati prima di poter tracciare un quadro chiaro dell'economia Usa. Quanto alla politica monetaria seguita dalla Fed, Greenspan ha sottolineato come essa sia già espansiva e come "i tassi di interesse restano bassi e i finanziamenti sembrano essere facilmente accessibili". Una serie di fattori "che dovrebbe continuare a sostenere i consumi e l'acquisto di nuove case". Tradotto in parole povere, niente taglio dei tassi nella prossima riunione del Fomc in calendario per il 24 e il 25 giugno. Ma il dato più preoccupante è quello che riguarda l'andamento dell'inflazione in una fase di sostanziale stagnazione dell'economia. Greenspan non ha pronunciato la parola deflazione, ma ha lasciato trapelare tutta la sua preoccupazione per la situazione che si è venuta a creare. Un ulteriore calo dell'inflazione nei prossimi trimestri non sarebbe un fatto positivo, ha sottolineato il numero uno della Fed, secondo il quale "l'inflazione è ora tanto bassa da non apparire più un fattore nel calcolo economico delle famiglie" e la valutazione della banca centrale è che "la probabilità di un nuovo, non positivo, calo dell'inflazione nei prossimi trimestri supera, anche se di poco, la possibilità di un suo rialzo".