TUTTO RINVIATO a domani.

È la stessa società che ieri in serata ha spiegato che il rinvio si è reso necessario per la «complessità degli argomenti, che richiedono un'approfondita e meditata valutazione». Secondo alcune fonti, Sergio Cragnotti sarebbe ben disposto riguardo al piano di ristrutturazione del debito di Cirio predisposto dal gruppo Livolsi, e l'aggiornamento del cda sarebbe legato solo all'esigenza di un approfondimento della proposta. Il piano di salvataggio è atteso con trepidazione dalla comunità finanziaria e, in particolare, dagli obbligazionisti dei bond del gruppo alimentare. Da più parti si è fatto infatti sapere che inevitabilmente il piano - messo a punto dalla società e dagli advisor Livolsi & Partners e Rotschild - chiederà sacrifici a obbligazionisti, banche e creditori del gruppo. Numerosi i nodi da sciogliere e questo ha indotto i consiglieri a prendere tempo per arrivare all'accordo. Una conferma indiretta delle difficoltà esistenti l'aveva data nel pomeriggio lo stesso Ubaldo Livolsi, dicendo di augurarsi che nell'incontro ci fosse armonia tra i soci: un'ammissione implicita che la situazione è molto tesa. Il progetto di rilancio del gruppo alimentare - il cui titolo da lunedì è sospeso in Borsa in attesa di un comunicato - passa, ha spiegato Livolsi, per «una conversione del debito. Abbiamo fatto una valutazione del valore degli asset - ha sottolineato - per un rilancio e anche una conservazione del valore dell' investimento». Le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, tuttavia, indicano che saranno richiesti notevoli sacrifici ai creditori, il che potrebbe complicare non poco il rilancio del gruppo alimentare, dato che il suo successo sarà condizionato almeno in parte all'approvazione di obbligazionisti, oltre che al placet di banche e altri creditori. Fra le questioni che rischiano di suscitare maggiormente il malcontento dei detentori Cirio-bond ci sarebbe proprio la conversione delle obbligazioni in azioni che, secondo quanto si apprende, comporterà una rilevante svalutazione a carico dei sottoscrittori dei Ciro-bond. Il capitale di Cirio finanziaria verrebbe quindi azzerato, per poi essere ricostituito attraverso un aumento di capitale riservato a obbligazionisti, creditori e banche, in un'operazione tesa a rilanciare la società e a ridurre in misura notevole la quota di Sergio Cragnotti: un elemento questo che, pur ricalcando quanto già accaduto nella Lazio, potrebbe allontanare ulteriormente le posizioni all'interno del cda.