Euro alle stelle, Borse in caduta libera
Sui mercati europei sono andati in fumo 150 miliardi di euro di capitalizzazione. La valuta unica ieri ha raggiunto quota 1,1738 superando il tetto del primo giorno di quotazione (1,16673 del 1° gennaio 1999). A mettere il turbo all'euro è la politica americana volta a tenere basso il dollaro per favorire il settore manifatturiero e la bilancia commerciale. Insomma se la moneta unica sale è solo per la debolezza del biglietto verde. L'economia di Eurolandia continua a essere sull'orlo della recessione. Il Fondo Monetario ieri ha parlato di un rischio (seppur leggero) di deflazione anche per la Germania, oltre che per l'Asia, spingendo lo stesso cancelliere Gerhard Schroeder ad intervenire precisando di non vedere pericoli in tal senso. Questa situazione sta mettendo in seria difficoltà le imprese del Vecchio Continente che a fronte di un mercato interno dove la domanda langue si vedono ora chiuso anche lo sbocco dell'area del dollaro perchè poco competitive. E non c'è traccia di un'inversione di tendenza a breve. Washington non ha infatti nessuna intenzione di aiutare il dollaro a risalire la china. Le dichiarazioni al G8 del segretario al Tesoro Usa John Snow secondo il quale il deprezzamento del biglietto verde è stato finora modesto, la dice lunga sulle intenzioni della Casa Bianca che sembra avver abbandonato la politica della valuta forte, inaugurata da Robert Rubin sotto l'amministrazione Clinton e proseguita poi dal predecessore di Snow, Paul ÒNeill. Tradotto per i mercati, significa che non si contrappone alcun ostacolo ad un ulteriore indebolimento della valuta Usa. E ancor più concretamente, per le Borse significa che l'attesa ripresa degli utili societari finirà con lo scontrarsi con le inevitabili difficoltà poste all'export da una valuta europea proiettata verso i massimi storici. La consegna sui mercati ieri è stata di vendere dollari al punto che il portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer è dovuto intervenire per ribadire che «gli Stati Uniti sostengono il dollaro forte» e che «la strategia del governo è invariata». Ma queste parole non hanno rassicurato i mercati come pure non hanno giovato le dichiarazioni del portavoce del Commissario europeo Solbes: «un euro forte e stabile è nell' interesse dell' economia europea e globale». A questo scenario, come se non bastasse, si è aggiunto anche l'incubo di altri attentati. Risultato: ieri tutte le Borse europee sono scese pesantemente con cali a fine giornata del 4,26% a Parigi, del 4,87% a Amsterdam mentre Londra ha segnato una flessione del 2,66% e Madrid del 3,12%. Non ha fatto eccezione Piazza Affari che ha perso il 2,85% a 17.513 punti.