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Metalmeccanici, Cgil di nuovo sola La Fiom dichiara una adesione media del 70% allo sciopero di ieri

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La voragine fra le tre confederazioni, ben lungi dal restringersi, continua ad allargarsi. Ben poche sono ormai, salvo alcune posizioni comuni nella vicenda della riforma delle pensioni, i punti che ricordano l'unità sindacale triconfederale. Per le tute blu della Cgil la partecipazione allo sciopero è stata «ampia, forte e positiva», con una media del 70% di astensioni dal lavoro. Dati non condivisi dalla Federmeccanica, che ha parlato di adesioni allo sciopero in media «al di sotto del 20%», ma anche dalla Uilm che con il segretario generale Tonino Regazzi ha parlato, tenendo conto anche delle piccole e medie imprese, di astensioni «a una cifra». A 18 mesi dall'ultima protesta contrattuale separata (il 16 novembre del 2001 contro l'intesa siglata nel luglio di quell'anno per il biennio economico da Fim, Uilm e Federmeccanica), la Fiom è tornata a parlare di «contratto a perdere», ma soprattutto della necessità di un referendum tra i lavoratori per verificare il giudizio sull'intesa. Dal canto loro invece Fim e Uilm sostengono che lo sciopero «è fallito», e che la bassa adesione alla giornata di lotta proclamata dalla Fiom dimostra che è in atto uno scollamento tra i lavoratori e il gruppo dirigente del sindacato. La Federmeccanica ha sottolineato come i dati di adesione siano di circa 10 punti più bassi del primo sciopero separato, a dimostrazione che i lavoratori privilegiano «gli atti positivi rispetto alla lotta ad oltranza». Il direttore generale, Roberto Biglieri, ha spiegato la distanza tra i dati dell'associazione degli industriali rispetto alle stime della Fiom, ricordando che nelle adesioni allo sciopero non si contano i lavoratori assenti per malattia o per ferie, e si è augurato che si esaurisca presto la spinta conflittuale e la Fiom cambi idea.

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