Cala il pil nel primo trimestre per la prima volta dal 2001
Lo stima l'Istat, precisando che c'è stato un giorno lavorativo in meno (62) rispetto al trimestre precedente e al 2002. Istat ha rivisto i dati tendenziali del secondo e quarto trimestre 2002 «ma - ha spiegato la responsabile dell'indagine - questo non porterà a revisioni rilevanti del pil 2002». Il dato congiunturale è il primo risultato negativo dal quarto trimestre 2001 (-0,1%). Istat ha rivisto il dato tendenziale del secondo trimestre 2002 a +0,2% da +0,1%, e quello del quarto trimestre 2002 da +1% a +0,9%. La crescita acquisita del pil 2003, secondo le indicazioni dei responsabili dell'indagine, sarebbe pari a +0,4%. L'Istituto di statistica ricorda poi che nel primo trimestre il Pil è cresciuto in termini congiunturali dello 0,4 per cento negli Stati Uniti e dello 0,2 per cento nel Regno Unito (dato corretto per i giorni lavorativi). In termini tendenziali, il Pil è cresciuto del 2,3 per cento nel Regno Unito e del 2,1 per cento negli Stati Uniti. Commentando il dato, il ministro delle Attività Produttive Antonio Marzano, nel sottolineare come sia in linea con il resto dell'Unione europea, ha indicato le prospettive di ripresa per l'anno in corso. «Nel caso in cui non emergessero in tempi brevi segnali in tal senso, sarà necessario considerare quale possa essere la risposta di politica economica più appropriata nel quadro comunitario per favorire il superamento di questa fase». Pessimistica la posizione della Confcommercio, che rileva come per il secondo e terzo trimestre «la prospettiva non sia certamente brillante in quanto sconta i rischi di un deterioramento degli equilibri politici in medio Oriente». Secondo l'Ufficio studi dell'associazione, la flessione «riflette la debolezza di un ciclo economico che perdura dal secondo trimestre del 2001 e che sembra incapace di riavviarsi in mancanza di potenti stimoli esterni». Preoccupati i sindacati. Il leader della Cisl Savino Pezzotta ritiene «più che mai opportuno aprire un confronto vero sulla situazione economica e sui conti pubblici del Paese per determinare le condizioni di un nuovo patto che favorisca e sostenga lo sviluppo», Adriano Musi della Uil sottolinea la necessità di «restituire un clima di fiducia per la ripresa dei consumi e degli investimenti». Maulucci della Cgil invita infine il governo a rivedere «la politica delle entrate e mettere insieme per il Dpef una credibile politica economica di sostegno alla ripresa».