La Birra Peroni comprata dai sudafricani

Le due aziende hanno raggiunto un accordo per l'acquisizione, di una partecipazione di maggioranza in Birra Peroni S.p.A., la cui entità iniziale sarà compresa fra il 51% e il 60% del capitale e il cui ammontare preciso sarà fissato al momento del closing previsto entro tre settimane. Nell'ipotesi di una partecipazione al 60%, l'esborso cash iniziale di SabMiller sarà di 246 milioni pari ad una valutazione complessiva dell'azienda di 563 milioni. L'accordo prevede inoltre una serie di opzioni che, se esercitate integralmente, porteranno nell'arco di 3-5 anni la partecipazione di SabMiller ad una quota compresa fra l'80% e il 100%. «Chiamami Peroni, sarò la tua birra», è stato lo slogan ormai storico, della birra italiana che ora passa in mani straniere. E con la «bionda» prepara le valigie un altro pezzo di Italia, nato più di 160 anni fa, che con i suoi prodotti e le sue campagne pubblicitarie è diventato sinonimo del made in Italy e protagonista del costume italiano. Birra Peroni è uno dei marchi più antichi d'Italia, tanto da accompagnare dalla metà dell'Ottocento, l'avanzata dei Savoia fino alla nascita della Repubblica e all'esplodere della società dei consumi. La ditta nasce a Vigevano nel 1846, l'anno in cui Pio IX, il Papa del Risorgimento, sale al soglio pontificio, mentre si diffonde anche in Italia il clima liberal-democratico che avrebbe portato due anni dopo ai moti del '48. Fondatore dell'azienda è Francesco Peroni, capostipite di una stirpe di cinque generazioni che ha continuato a gestire il marchio fino ad oggi. La sua è una vera e propria scommessa, visto che all'epoca i consumi pro-capite di birra non superavano in Italia 0,70 litri, contro i 219 della Baviera. Da allora, la «bionda» accompagna la storia d'Italia, dalla breccia di Porta Pia fino alla prima guerra mondiale. L'azienda si trasferisce a Roma nel 1872, fregiandosi nei primi anni dell'unità dello stemma reale, riservato ai fornitori ufficiali di casa Savoia. I manifesti e le locandine pubblicitarie seguono la storia del costume, dalla bella epoque alla società di massa. Ed è proprio negli anni '60, gli anni del boom economico, che il marchio Peroni fa irruzione nelle case e nelle abitudini degli italiani, entrando con i suoi slogan nel linguaggio comune e con le sue modelle, tutte rigorosamente bionde, nell'immaginario collettivo. Nel 1965 fa il suo esordio in tv la tedesca Solvi Stubing, che con la sua bellezza nordica e prorompente si trasforma immediatamente in un fenomeno di costume, ancora indimenticabile nel vestito da marinaio. Il suo è il primo di una lunga serie di volti femminili, tutti stranieri nonostante la Peroni sia stato fino ad oggi uno dei sinonimi del made in Italy, che da allora hanno personificato il marchio (alla Stubing seguiranno Philippa Lagerbach, Adriana Sklenarikova, Jennifer Driver e Camilla Vest). Nel '63 in onore del transatlantico Rex, vincitore trent'anni prima della Blue Ribbon (1933), nasce Nastro Azzurro, uno dei prodotti di punta, da allora sponsor di regate e competizioni veliche. Ed è sempre negli anni '60 che la birra italiana debutta anche all'estero. Peroni apre un ufficio commerciale a New York e gradualmente conquista anche i palati più esigenti di Gran Bretagna, Stati Uniti e Australia. La bionda italiana ha infine legato il suo nome anche allo sport, con la sponsorizzazione del Napoli e del Petrarca Rugby Padova e la partnership con il Milan. L'ultimo testimonial di Nastro Azzurro è Valentino Rossi, che ha trasformato lo spot della birra in un nuovo tormentone pubblicitario.