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Made in Italy in Slovacchia

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Al seguito di Urso oltre 120 imprese, la gran parte del Nord Est. Tra le priorità della missione «il sostegno dell'Italia per l'ingresso della Slovacchia nell'Unione europea e l'adesione alla Nato, la partenza di un distretto industriale della meccanica a Samorin, a 40 km da Bratislava, promosso dall'Unione industriale di Vicenza e che vedrà l'impegno di 25 imprese del comparto pronte a realizzare un insediamento produttivo su 50 ettari», ma anche «il rafforzamento della politica commerciale che vede già l'Italia come terzo partner di Bratislava con le nostre esportazioni che nel 2002 hanno registrato un incremento dell'11,4%, superando la soglia del miliardo di euro». Tutti argomenti di cui il vice ministro parlerà, a partire da oggi, con il presidente della Repubblica Slovacca, Rudolf Schuuster, il ministro dell'Economia, Robert Nemcsics, e quello delle Finanze Ivan Miklos. Tra le ragioni che convincono le imprese italiane a puntare sulla Slovacchia, ricorda Urso, «ci sono la posizione centrale in Europa, la buona qualità delle infrastrutture, la tradizione manifatturiera e la disponibilità di risorse umane di alto livello a basso costo, con la disoccupazione di poco inferiore al 20%». Un altro elemento che piace alle imprese è «la stabilità politica ritrovata». «L'elemento di novità - continua il vice ministro - è quello della ritrovata fiducia del mondo imprenditoriale nel paese incoraggiata anche da un'imposta sul reddito societario che oggi è del 25% ma che scenderà gradualmente fino al 20%. Segnali di fiducia giungono anche dalle agenzie di valutazione del rating, che nei mesi scorso hanno promosso il paese».

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