Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

I banchieri del G10 a consulto sulla ripresa che tarda a venire

default_image

  • a
  • a
  • a

Si attende dai governatori dei 10 principali Paesi mondiali un primo pronunciamento sull'impatto che la guerra ha avuto sull'economia globale, anche se la conclusione del conflitto non sembra abbia spazzato il campo dalle molte ombre che velano il quadro complessivo; giovedì scorso la Bce ha mantenuto invariato il costo del denaro in considerazione del fatto che «per il taglio dei tassi servono altre informazioni», come ha notato il presidente dell'istituto di Francoforte, Wim Duisenberg. Il post Iraq già dimostra, comunque, di non rivelarsi quel volano per l'economia Usa che in molti si attendevano; la ripresa indicata, due mesi fa, dal portavoce del G10 Eddie George «molto probabile, una volta definita la vicenda irachena», sta avvenendo a ritmi bassi, come evidenziato dai dati congiunturali delle ultime settimane, soprattutto negativi relativamente al mercato del lavoro e ai consumi che soffrono ancora l'effetto Iraq. I maggiori economisti Usa interpellati venerdì scorso dal Wall Street Journal hanno stimato una marcia lenta dell'economia stelle e strisce nella seconda metà dell'anno e di una ripresa appena moderata nel 2004. Duisenberg ha comunque detto che «le prospettive di una ripresa restano ancora valide per la fine dell'anno». Sotto la lente dei banchieri riuniti a Basilea ci sarà anche la minaccia Sars che sta mettendo in ginocchio quella economia cinese che proprio nell'ultimo meeting dei governatori del G10 si era meritata un plauso speciale per l'elevato ritmo di sviluppo. Quanto all'inflazione, è quella troppo bassa che ora fa paura; la lotta alla deflazione è entrata nella nuova strategia di politica monetaria adottata dalla Bce, anche se Duisenberg non ravvisa rischi nel complesso per Eurolandia. Molto più preoccupati sono invece gli Usa: martedì scorso il Fomc della Fed (che ha deciso di mantenere invariati i tassi), pur senza mai pronunciare la parola deflazione, ha tuttavia fatto accenno ai «pericoli di una possibile e non benvenuta caduta dell'inflazione». Guardando in particolare all'Italia, il governatore di Bankitalia Fazio, dopo le ultime riunioni al Fmi e al G7, aveva espresso un cauto ottimismo sulle chances di ripresa dell'economia mondiale, gettato ormai alle spalle il momento buio della guerra.

Dai blog