Scontro fra sindacati, minacce a scena aperta
Nella lacerazione fra Via Po e Corso d'Italia si inserisce anche un possibile strappo sulle pensioni
Il durissimo altolà alla Cgil è lanciato ieri dal segretario delle tute blu della Cisl, Giorgio Caprioli, che parlando a Montichiari presso Brescia, accusa il sindacato di Epifani di «dare copertura politica alla follia del terrorismo». I toni da scontro finale vengono dopo le aggressioni verbali e le minacce contro Savino Pezzotta, che si ripetono ormai da settimane e che sembrano essersi rafforzate dopo il contratto dei metalmeccanici che la Cgil non ha firmato. Lo stesso Pezzotta, peraltro, invita ad abbassare il livello della polemica, anche se ribadisce con fermezza la linea del suo sindacato. Intanto, il livello delle forti misure di protezione contro il rischio di attentati terroristici alle quali il leader della Cisl è già da tempo sottoposto, si è ulteriormente elevato dopo le polemiche e gli episodi di contestazione di questi ultimi giorni. Già nel marzo scorso Pezzotta aveva parlato di «sindacato nel mirino dell'eversione», rilevando di aver «ormai perso il conto di quanti dirigenti della Cisl hanno la scorta». Alla fortissima reazione di Caprioli la segretaria confederale della Cgil Carla Cantoni replica parlando di «una indegna provocazione» che la lascia «incredula e indignata», e il segretario nazionale della Fiom Rinalducci afferma che «dire che questo clima può alimentare atti terroristici è un insulto ai lavoratori metalmeccanici e alla nostra storia». Quanto a Pezzotta, anche lui ieri a Montichiari, mette le cose in chiaro così: «Con l'intolleranza e le aggressioni si alimentano i rischi, e per questo è bene che tutti abbassiamo i toni». «Calmiamoci un po' tutti — aggiunge — anche se, certo, quello che ha detto Caprioli è che il rischio di alimentare follie esiste. D'altra parte — prosegue — non voglio più parlare degli insulti di ieri, ma degli applausi di oggi che testimoniano il radicamento della nostra organizzazione e il fatto che abbiamo fatto un buon contratto per tutti». Si profila però nei rapporti fra Cisl e Uil, che a dir poco possono essere definiti oggi difficili, una nuova possibilità di rottura. Ai giornalisti che gli chiedono se la crisi con il sindacato «cugino» può portare conseguenze sul fronte della vertenza sulle pensioni, rispetto alla quale le tre confederazioni ora stanno marciando unite, Savino Pezzotta risponde: «Dove è possibile fare le cose insieme le facciamo, altrimenti andremo da soli, perché il nostro compito è fare accordi e contratti». «Noi — dice — facciamo il possibile». Una frase raccolta subito da Angeletti: «Spero che non accada, però ormai — dice il leader della Uil — ad andare da soli ci stiamo anche un po' abituando». Un segnale chiaro, quindi, quello rivolto alla Cgil. Il segnale che anche sulla riforma previdenziale il sindacato di Guglielmo Epifani non deve farsi troppe illusioni perché, per dirla con Angeletti, «non si accettano veti dalla Cgil, che non ha il monopolio della rappresentanza». A Montichiari era in corso la riunione dei delegati Fim e Uilm riuniti insieme per celebrare la firma del contratto nazionale dei metalmeccanici. «Un buon contratto», dice Savino Pezzotta alla platea, un accordo che «tutela e dà forza ai lavoratori». A Pezzotta è giunta solidarietà da ogni parte. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi, ha rilevato che gli attacchi al leader della Cisl, «sono uno dei fatti più gravi che stiamo vivendo nel 2003 e risulta incomprensibile questo accanimento nei confronti di una larga parte del sindacato italiano che vuole rinnovare l'apparato produttivo del nostro Paese». Anche il leader dei Ds Fassino ha espresso «piena solidarietà a Savino Pezzotta e alla Cisl, fatti oggetto nei giorni scorsi di deprecabili contestazioni».