Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Ancora troppo poche le aziende a Piazza Affari. Nuove regole sui rischi delle obbligazioni

default_image

Duro attacco del presidente Spaventa nella relazione annuale. «Gli istituti non assistono le imprese prima del collocamento» La Consob mette le banche nel mirino

  • a
  • a
  • a

Nella relazione annuale, l'ultima del suo mandato quinquennale in scadenza la prossima estate, Spaventa indica alcuni obiettivi prioritari per far sì che la Consob diventi «un'istituzione moderna e capace di affrontare i mercati ad armi pari» come in gran parte già è. Ad ascoltare il suo discorso un parterre di altissimo livello: in prima fila il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi insieme alla moglie, i rappresentanti del ghota della finanza e dell'industria, dai vertici della Fiat Umberto Agnelli e Morchio al presidente del gruppo Olivetti-Telecom Marco Tronchetti Provera Luigi Abete e Davide Croff, al presidente di Mps Pier Luigi Fabrizi e al neopresidente di Mediobanca Gabriele Galateri di Genola. Spaventa ha tracciato le caratteristiche di una moderna authority che deve avere come priorità la difesa, con più poteri, degli investimenti delle famiglie, senza per questo invadere il campo di competenza della Banca d'Italia. Alla luce della pessima esperienza dei bond argentini e delle obbligazioni della Cirio, Spaventa annuncia nuove regole per una maggiore trasparenza sui rischi dei bond a cominciare da quelli privi di rating. Il presidente respinge pertanto per la Consob il ruolo di «regia» delle battaglie finanziarie per cambiare gli assetti di potere, come pure quello di giudice sui concambi delle operazioni finanziarie. E nel richiamarsi alla trasparenza Spaventa sottolinea che questa è mancata anche per il comportamento degli intermediari in gran parte banche. E il mondo bancario è chiamato in causa anche per la scarsa assistenza alle imprese nelle fasi precedenti al collocamento. Spaventa ha sferrato un duro attacco al sistema del credito che continuano ad avere «un ruolo arretrato». Se le imprese sono restie a quotarsi questo si deve anche al fatto, dice Spaventa che «dominano ancora banche inclini al finanziamento tradizionale e meno disposte o meno preparate ad accompagnare le aziende verso Piazza Affari». Il presidente della Consob definisce pertanto «insoddisfacente» la qualità dei listini. Spaventa poi dice che la Borsa «non ha ancora corretto gli eccessi» di fine anni 90 nè «si intravedono i segni di una ripresa solida». Sempre avendo nel mirino le banche, il presidente sottolinea che le punte più alte di assenteismo dei fondi di investimento si registrano proprio nelle assemblee degli istituti di credito. La dominante matrice bancaria dei fondi non è estranea «ai peccati di omissione assembleare». Infine una proposta sulle società quotate. La riduzione della soglia del 2% per la comunicazione delle partecipazioni rilevanti.

Dai blog