Fisco, Tremonti vuole ripristinare l'intendenza di finanza
Ed è così che da Bergamo e il ministro Giulio Tremonti annuncia la novità in arrivo: l'amministrazione finanziaria dello Stato cambia volto, si torna alle vecchie Intendenze. L'idea -come ha detto Tremonti in occasione del tradizionale giuramento degli allievi delle Fiamme gialle- e' quella di realizzare, sia a livello centrale sia a livello locale, uffici unici che accorpino la Ragioneria Generale dello Stato, l'Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza, costituendo una sorta di «prefetture finanziarie». Il ministro ha illustrato a grandi linee quello che per ora è un progetto ha illustrato per grandi linee il suo progetto: «Fermo restando il federalismo è necessario ricostruire un centro forte e visibile dell'amministrazione finanziaria. A livello dello Stato centrale c'e' un unico ministero dell'Economia. In periferia, per quanto attiene alla funzione statale, deve essere cambiato modello con l'obiettivo di coordinare e concentrare l'azione a tutela dell'interesse nazionale». Così, anche a livello territoriale, verranno realizzati uffici unici dell'amministrazione finanziaria, che comprendano la Ragioneria Generale dello Stato, gli Uffici delle Entrate e la Guardia di Finanza. In questo modo vengono riaccorpati in un unico centro le entrate e le spese anche a livello territoriale. Un primo passo verso la realizzazione di questo nuovo modello e' stato gia' compiuto il 26 febbraio con la costituzione del comitato ispettivo di finanza, a cui fanno parte la Ragioneria generale, il direttore dell'Agenzia delle Entrate e le Fiamme Gialle. Questa nuova organizzazione, ha tenuto a precisare Tremonti , non e' in contraddizione con il federalismo, anzi ne aiuta la sua realizzazione poiche' i nuovi uffici consentiranno di controllare meglio il complesso della finanza locale. Fino agli anni '70, ha ricordato il super ministro dell'economia, «in periferia c'era l'intendenza di Finanze, che funzionava come una Prefettura finanziaria. Poi questo sistema si e' spezzato, ma la storia gira e ora si torna al vecchio modello». La cerimonia di Bergamo, è servita anche per mettere definitivamente la parola fine a 'voci' circolate con insistenza negli ultimi tempi: non ci sarà nessuna proroga ai condoni fiscali e quindi la scadenza resta il 16 maggio. Lo ha detto senza mezzi termini il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas. Il sottosegretario ha anche escluso che il condono possa essere allargato ai redditi dell'anno 2002. Dal complesso delle sanatorie, ha ribadito Vegas, il governo conta di ottenere otto miliardi di euro. «Al momento non abbiamo indicazioni - ha aggiunto Vegas -, ma il gettito dai condoni dovrebbe andare secondo le previsioni». Vegas si e' detto convinto che l'operazione sanatorie porterà benefici sul fabbisogno che ad aprile ha evidenziato uno scostamento rispetto allo scorso anno quindi gli introiti fiscali che si avranno a maggio (la scadenza del condono è il 16 maggio) dovrebbero quindi riportare il dato del fabbisogno in linea con le previsioni del governo.