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Fazio: il Paese deve crescere di più Serve un'occupazione di qualità

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Si avvicina l'appuntamento con l'assemblea della Banca d'Italia del 31 maggio e il Governatore in un'intervista all'Ansa ha indicato le priorità per il Paese. Nella relazione dell'assemblea, ha detto Fazio, «continuerò lungo la linea tracciata negli scorsi anni. Quella di un'analisi dei nodi della nostra economia, degli sforzi che Governo e Parlamento potranno compiere per garantire un'occupazione di qualità alle generazioni che si affacciano sul mercato del lavoro». Dieci anni fortemente caratterizzati dal conseguimento di un obiettivo prioritario: il contenimento dell'inflazione. Il pericolo pubblico numero uno per il quale Antonio Fazio ha dovuto sin dal 1994 perseguire una politica monetaria che ha visto l'alternarsi della carota e del bastone. In via Nazionale si sottolinea come proprio l'adozione di quella politica monetaria fu propedeutica al nostro ingresso nell'euro; senza di essa, necessaria anche se non vi fosse stato Maastricht, non vi sarebbe stata, si rileva, la partecipazione alla terza fase dell'Unione monetaria europea. Dall'euro alla Bce il passo è obbligato; il ritornello è il solito. Con la nascita della Banca centrale europea, la Banca d'Italia ha perso potere, è sovradimensionata, è troppo interventista in campi non propri, e così via. I collaboratori di Antonio Fazio non entrano nel merito, ma sottolineano il ruolo istituzionale della Banca, un ruolo non diverso da quello attuale della Fed e da quello che aveva in precedenza la Bundesbank. Quanto alla politica monetaria la si fa ancora: è una gestione comune, con le altre banche centrali dell'eurosistema, della sovranità monetaria. Il principio di sussidiarietà regola poi l'attuazione della politica monetaria concordemente definita. Dieci anni che hanno visto la tradizionale presenza della Banca nel dibattito economico e istituzionale. Non si dà peso alle ricorrenti osservazioni sui presunti appoggi o meno a questo o a quel governo. È una naturale dialettica, si rileva, che vede la Banca impegnata sempre per il bene comune, nell'ambito dei compiti che gli sono affidati. I rapporti con il Palazzo della politica vengono definiti corretti, i contatti continui.

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