Acea, pioggia di critiche sui vertici
Perdita di 108 milioni, niente dividendo. Vento: fuori dalle tlc. Più energia
Il management dell'Acea - il presidente Fulvio Vento e l'amministratore delegato Paolo Cuccia - si è presentato così all'assemblea degli azionisti dell'ex municipalizzata romana chiamata ad approvare il bilancio 2002 e nominare Francesco Lopomo, espressione dell'azionista di maggioranza Comune di Roma, in cda. Ma non senza contestazioni: i lavori sono stati infatti scanditi da una serie di interventi, la maggior parte dei quali da parte dei piccoli azionisti, che hanno polemizzato duramente sulla gestione della società chiedendo più volte la testa del management ed invitando l'amministrazione capitolina alla rimozione del vertice. Ma dal Comune di Roma è arrivata una conferma di fiducia verso l'attuale guida. «Appare evidente che la società ha cominciato - ha sottolineato l'assessore al bilancio, Marco Causi - ad assumere decisioni,anche difficili, che sono in linea con le richieste» avanzate dallo stesso Comune in occasione della scorsa assemblea verso una maggiore efficienza interna, «un consolidamento della propria posizione di mercato nelle sue attività tradizionali, con particolare riferimento all'acqua». Ed un segnale sull'attenzione del Comune in questa direzione è la scelta del nuovo consigliere, espressione dell'azionista di maggioranza, chiamato a sedere sulla poltrona del cda lasciata libera da Mauro Miccio passato all'Enel: Francesco Lopomo, ragioniere generale dell'amministrazione capitolina. La cura dell'Acea per riportare i conti in nero e creare le condizioni per «accrescere la redditività del gruppo», ha quindi spiegato il presidente Fulvio Vento, passa per la «focalizzazione nel core business dell'acqua e dell'energia e per il continuo miglioramento dell'efficienza». Ed il primo passo è l'uscita dalle tlc entro il 2003, ha confermato Cuccia senza comunque fornire ulteriori indicazioni sullo stato delle possibili trattative in corso. Atlanet (33% Acea) dovrebbe comunque raggiungere l'equilibrio del mol entro giugno. Sul fronte dell'energia l'Acea con il partner Electrabel punta a raggiungere una quota del 3% del mercato entro il 2006, con 1,5 milioni di clienti. Per l'acqua l'obiettivo è il consolidamento della posizione di «leader a livello nazionale» sia con il rafforzamento delle attività che con la «partecipazione ad ulteriori selezionate gare sul territorio nazionale». L'Acea ha chiuso il 2002 con un risultato operativo (Ebit) negativo per 43 milioni di euro (a fronte di un risultato positivo per 142 milioni nel 2001), una perdita di 107,98 milioni di euro (47,5 l'attivo dell'anno prima), un mol in progresso del 5,4% a 294 milioni ed un incremento degli oneri finanziari netti a 54 milioni di euro (dai 35 del 2001).