Metalmeccanici divisi anche sullo sciopero verso accordo separato
In attesa del sempre più probabile accordo separato nella trattativa simbolo dell'industria, arrivano gli scioperi separati. Fiom, Fim e Uilm ieri, il giorno dopo la scadenza della moratoria sugli scioperi, hanno annunciato due distinte iniziative di lotta. La Fiom ha proclamato 16 ore di sciopero da farsi entro maggio (con manifestazioni territoriali per il 23) mentre Fim e Uilm in una riunione unitaria degli organismi direttivi hanno annunciato un pacchetto di otto ore di agitazione a sostegno della vertenza, le cui modalità dovranno essere definite in una assemblea dei delegati fissata per venerdì 9 maggio. Il contratto, scaduto il 31 dicembre 2002 riguarda circa 1,3 milioni di lavoratori. Per il rinnovo, oltre alla parte normativa, la Fiom ha chiesto un aumento salariale mensile a regime di 135 euro uguali per tutti, mentre Fim e Uilm hanno chiesto 92 euro. La Federmeccanica si è detta disponibile a rivedere la sua proposta (68 euro, pari al 4,3% di aumento che deriverebbe dalla somma dell'inflazione programmata 2003-2004 e dal divario tra l'inflazione programmata e reale degli ultimi 18 mesi) purchè si resti nelle regole dell'accordo del luglio 1993. La proposta delle imprese è di accordarsi su una somma a titolo di inflazione da erogarsi il primo gennaio 2005. Oggi riprenderà la trattativa con la Federmeccanica e il tentativo, almeno per Fim e Uilm, potrebbe essere quello di stringere i tempi e cercare l'affondo per fare il contratto nella prima settimana di maggio, prima dell'assemblea dei delegati che dovrebbe proclamare lo sciopero. I metalmeccanici di Fim e Uilm, pur considerando le aperture della Federmeccanica ancora insufficienti per il contratto, hanno parlato di passi avanti nella trattativa. Completamente insoddisfatta è invece la Fiom, che non considera le proposte delle imprese una base per il negoziato. Oltre al salario restano comunque sul tavolo ancora argomenti significativi come l'inquadramento (Fim e Uilm chiedono di riformarlo entro questa vigenza contrattuale, le imprese si propongono di discutere la riforma ma di applicarla al prossimo contratto) e l'inserimento nell'accordo della nuova normativa sull'orario e sul mercato del lavoro. Sulle nuove regole sull'orario previste dal provvedimento del Governo che recepisce la direttiva europea, Fiom, Fim e Uilm nei giorni scorsi hanno detto un no compatto perchè peggiorerebbe le attuali condizioni di lavoro.