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Piaggio, Colaninno vuole la Vespa

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Prima dell'operazione un aumento di capitale per ridurre il debito

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Ora il ragioniere ci tenta con le due ruote. È confermato, Roberto Colaninno è in corsa, e anche qualcosa di più, per rilevare la Piaggio, la storica fabbrica di scooter di Pontedera oggi di proprietà di un fondo tedesco. C'è infatti una trattativa in esclusiva con l'imprenditore mantovano, anche se i tempi per l'eventuale chiusura dell'affare non sembrano proprio imminenti. Del resto lo stesso Colanninno, pochi giorni addietro, aveva confermato l'interesse per l'operazione, dichiarando laconicamente stiamo valutando il dossier, un modo per confermare che per Piaggio le trattative erano ormai avviate. E ieri, appunto, la conferma che il confronto fra il finanziere mantovano che era salito agli onori delle cronache per aver scalato nientemeno Telecom, e la Deutsche Morgan Grenfell, il fondo di private equity di Deutsche Bank che controlla all'86,5% della società toscana, gliela aveva venduta Fiat. Come da copione, bocche cucite su entrambi i fronti, naturalmente. Ma, secondo quanto finora è dato sapere, l'operazione che si va delineando per il passaggio di Piaggio dovrebbe prevedere dapprima un aumento di capitale che Colaninno potrebbe sottoscrivere per una cifra compresa tra i 100 e i 150 milioni di euro, finalizzato alla riduzione del debito che pesa non poco sui conti dell?azienda. Il veicolo finanziario per l'operazione sarebbe la Immsi (la stessa società tirata in ballo ai tempi del piano Fiat) che dovrebbe giungere alla fine ad avere in portafogli il 51% della società di Pontedera. Contemporaneamente, anche Monte Paschi e Banca Intesa, principali banche creditrici della Piaggio, farebbero la loro parte, convertendo parte dei loro crediti in azioni. Alla fine di questo processo, ulteriori risorse per il rilancio potrebbero essere reperite con il collocamento dell' azienda in Borsa. L'azienda ha attualmente tra i 500 e i 600 milioni di euro di indebitamento ma i conti del gruppo, al netto degli oneri finanziari, sono in attivo. L'impresa di Colaninno, oltre alla disponibilità finanziaria dell?imprenditore mantovano che era alla base anche della proposta Fiat, sarebbe facilitata si dalla determinazione del ragioniere di tornare quanto prima alla ribalta del palcoscenico imprenditoriale, sia dal fatto che sono in molti a vedere di buon occhio il ritorno in mani italiane di un marchio come Piaggio dopochè Fiat lo aveva venduto ai tedeschi.

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