Antitrust, la riforma Monti

Già mercoledì prossimo, ha preannunciato ieri a Bruxelles il portavoce dell'esecutivo Ue, Reijo Kemppinen, «la Commissione dovrebbe adottare una riorganizzazione della direzione generale concorrenza» ispirata all'attuale «modernizzazione della politica della concorrenza, in particolare per quanto riguarda la lotta contro i cartelli e l'abuso di posizione dominante». L'obbiettivo è quello di sfruttare al massimo qualsiasi risorsa professionale anche in un settore, quello del controllo fusioni, messo di recente alle strette da tre clamorose sentenze negative della Corte di giustizia dell'Ue. Al tempo stesso la riforma interna punterà anche a travasare nelle direzioni antitrust uno dei pregi della merger-task force: la rapidità di esame imposta da un rigido calendario e favorita dalle imprese stesse che, avendo interesse a veder approvata la loro operazione spesso di carattere finanziario, forniscono a Bruxelles tutti i documenti rilevanti per esprimere un giudizio. La caccia ai cartelli e alle posizioni di mercato troppo forti, per sua natura più lenta, continuerà ad essere svolta senza i tempi, scanditi per legge, dell'ordine di pochi mesi, stabiliti per le fusioni. L'azione di queste direzioni - si assicura a Bruxelles - diventerà «più proattiva» e quindi veloce.