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DAL CALCIO al ciclismo.

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«Abbiamo valutato l'opportunità di sponsorizzare non più una singola squadra bensì uno sport - commenta Francesco Minelli, direttore marketing di Banca Mediolanum - meglio un grande evento sportivo che ci accompagnerà per tre settimane e che coinvolgerà 32 milioni di spettatori televisivi e 5 milioni di italiani che seguiranno la gara». Sono dei bei numeri… «È vero, per il nostro marchio questa sponsorizzazione garantisce una visibilità altissima presso il nostro pubblico potenziale. Tanto più che, negli ultimi anni, il ciclismo è diventato uno sport per certi versi d'elité. Dunque, a maggior ragione, la comunicazione colpisce nel segno il nostro target». Perché proprio la maglia verde? «È la maglia della fatica, della perseveranza, di chi si pone obiettivi di lungo periodo e non si accontenta dello sprint momentaneo. La nostra non è una banca da sprint, al contrario è una realtà che si mette in luce nei momenti più difficili dei mercati». Come si integra questo strumento di comunicazione con le tradizionali presenze sulla carta stampata e in televisione? «Siamo convinti che la comunicazione, per una realtà come la nostra, debba essere di due tipi. Una è la sponsorizzazione istituzionale, che abbiamo fatto e faremo anche in futuro, sui mass media. L'altra, più a contatto con la gente, deve permettere di toccare con mano la propria banca, di instaurare o consolidare un rapporto umano. Per questo non saremo presenti al Giro solo con gli striscioni». Entra in pista il Giro Mediolanum? «Certo. Tempo fa il Giro d'Italia aveva un suo spazio destinato all'intrattenimento, che prolungava l'appeal della manifestazione anche dopo l'arrivo dei corridori. Poi quella tradizione si è un po' spenta. È nostra intenzione riproporre quel clima di festa, organizzando vari appuntamenti ed eventi che, nelle tappe principali, accompagneranno il pubblico anche per tutta la serata».

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