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Petrolio sale alle stelle

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La corsa del petrolio ha infatti ripreso slancio e giovedì, l'ultimo giorno di contrattazioni prima della pausa festiva, il greggio trattato a New York ha messo a segno un rialzo del 5% che veniva sostanzialmente mantenuto anche ieri, con un prezzo sui 30,5 dollari (il brent a Londra non viene trattato per la festività pasquale). Il rialzo viene tuttavia interpretato come una reazione al prossimo taglio che potrebbe essere deciso giovedì in occasione della riunione d'emergenza del cartello petrolifero che si terrà a Vienna. I Paesi produttori sono stati infatti chiamati a discutere un ridimensionamento delle produzioni dopo il crollo del 30% circa del prezzo che si è registrato in un mese. A sostenere l'adozione di questa misura sarebbe l'Iran, il secondo produttore dopo l'Arabia Saudita. Un rispetto maggiore delle quote di produzione assegnate ad ogni Paese sarebbe infatti sufficiente a riportare la produzione ad un livello più basso di quello attuale di circa 1,5 milioni di barili al giorno. Anche per l'Iran, d'altro canto, dovrebbero essere i Paesi che hanno sfondato le quote i primi a ridurre la produzione. Che sia un taglio o un deciso e preciso ritorno alle quote previste, da giovedì è probabile che ci sia una riduzione della produzione che, per altro, era stata aumentata proprio per garantire non vi fossero temporanee carenze di greggio in concomitanza con la guerra in Iraq. Favorevoli ad un calo sarebbero, infatti, anche l'Algeria, il Qatar e l'Indonesia.

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