Fondazioni, si tratta sulla riforma

Una vicenda complessa e lunga che forse potrebbe vedere la conclusione entro la prossima estate, con il pronunciamento dei giudici della Consulta. Ma facciamo un passo indietro. L'Acri (l'associazione che riunisce le 89 Fondazioni bancarie) aveva intentato ricorso alla fine dell'anno scorso presso il Tar del Lazio per chiedere la sospensiva di alcune parti del regolamento attuativo del ministero del Tesoro, riguardante la riforma degli statuti. Invece, l'altro regolamento, riguardante l'istituzione di società di gestione del rispamio a cui affidare le quote bancarie possedute, non è mai stato pubblicato dal ministero. Il tribunale amministrativo aveva accolto la tesi degli enti e in più aveva rinviato l'esame dell'articolo 11 alla Consulta, per l'eventuale dichiarazione di incostituzionalità. Nel corso della battaglia per Generali, scatenata da Unicredit (controllata da tre Fondazioni) ci fu un'altra raffica di polemiche tra il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e l'Acri. Negli ultimi tempi però il clima si è alquanto rasserenato. Ministero e Acri hanno deciso l'apertura di un tavolo tecnico, tenutosi lo scorso 16 aprile. Ciò dovrebbe portare a un miglioramento del quadro giuridico della riforma degli enti, in attesa della decisione della Corte Costituzionale. In particolare, l'Acri ha avanzato la proposta di far slittare il termine dell'applicazione relativa alla normativa che costringe le Fondazioni a scendere sotto il 50% delle proprie quote possedute nelle banche, entro il prossimo 15 giugno. Proposta caldeggiata soprattutto dalla Deputazione del Monte dei Paschi, che possiede ancora il 60% della banca senese. Su tutto però pende la decisione della Consulta. Se quest'ultima decidesse l'incostituzionalità dell'articolo 11, il Tesoro dovrà rivedere tutto il suo impianto della riforma e scendere a patti con l'Acri.