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Le tariffe postali e bancarie sono salite di 50 euro. Per luce e gas 26 euro in più. Il ministero dell'Economia: consumi al lumicino

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100euro. A tanto infatti, secondo l'Intesa dei Consumatori, ammontano gli aumenti che da gennaio 2002 a oggi si sono abbattuti sulle famiglie italiane. Al conto salato di oltre 1.500 euro che è stato presentato nel 2002 con l'avvio dell'euro, si aggiungono i rincari scattati dall'inizio del 2003, pari a circa 604 euro. A pesare sulle tasche degli italiani, secondo le associazioni dei consumatori, sono soprattutto gli aumenti nel settore dei trasporti (benzina, autostrade, bus, metropolitane) che hanno avuto un incremento da gennaio di 178 euro. Altra voce «calda» è quella degli alimentari (+92 euro). Seguono le assicurazioni Rc auto (+85 euro), le tariffe postali e bancarie (+50 euro) e le spese per i rifiuti e le tariffe idriche (+39 euro). Pesano anche luce e gas, rincarati di 26 euro e che secondo i consumatori potrebbero aumentare di altri 110 euro a causa delle nuove misure sugli stranded cost e l'acquirente unico. Infine per i ticket per i medicinali si sono spesi 24 euro in più. I dati sono sono solo frutto della tendenza allarmistica delle associazioni dei consumatori, come qualcuno ha commentato in passato. Che le spese familiari siano aumentate a causa dei rincari generalizzati, lo dice anche il governo. Nella «Relazione generale sulla situazione economica del Paese nel 2002» elaborata dal ministero dell'Economia si dice che l'aumento della spesa, arrivata a quota 752 miliardi di euro con un aumento del 3,4% rispetto al 2001, è determinato soprattutto dalla crescita dei prezzi (+3%) più che dall'aumento dei consumi (+0,4%). Inoltre se si escludono le spese fatte all'estero (+17,7%) i consumi nel 2002 registrano un calo addirittura dello 0,1%. Da questo ne deriva che la maggiore spesa è dovuta quasi interamente ai rincari. Questo emerge chiaramente se esaminiamo le varie voci che pesano di più sul bilancio familiare che sono proprio quelle soggette ai maggiori aumenti. Più di un terzo delle spese è destinato ad abitazione, acqua, elettricità (150,8 miliardi) e alimentari (110,6 miliardi). Si spende più per alberghi e ristoranti (74,8 miliardi) che per vestiario e calzature (71,6) ma in entrambi i comparti, a fronte di un aumento dei prezzi, gli italiani hanno ridotto i consumi. Le spese per istruzione (7 miliardi) non arrivano neanche all'1% dell'intero budget e nel 2002 sono rimaste nel valore sostanzialmente invariate (+0,3% rispetto all'anno precedente); nella quantità però sono addirittura diminuite del 2,3%. L'aumento maggiore della spesa - emerge sempre dai dati contenuti nella Relazione Trimestrale del ministero dell'Economia - è stato per le assicurazioni (+11,9%) che in valore assoluto hanno pesato per più di 16 miliardi di euro. In crescita anche gli affitti (+7,8% quelli figurativi e +5,1% quelli effettivi). Si è speso di più anche per la manutenzione dell'abitazione: 9,6 miliardi (+3% rispetto al 2001).

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