Poste, scontro duro sul nuovo contratto Confermato lo sciopero del 16 maggio. Il 19 si fermano sanità, parastato, enti locali
Dopo l'incontro di ieri con i vertici aziendali le organizzazioni hanno deciso di confermare lo sciopero indetto per il 16 maggio. Primo tassello di una serie di agitazioni sindacali che, se attuate, secondo i sindacati potrebbero far saltare l'equilibrio del conto economico raggiunto dopo 50anni e rimandare l'appuntamento con la quotazione in Borsa prevista per la seconda metà del 2004. Scioperi anche nel pubblico impiego. Il 16 maggio oltre ai lavoratori della sanità e degli enti locali, saranno anche i dipendenti del parastato, della Presidenza del Consiglio e delle agenzie fiscali.Si tratta di oltre 1.300.000 lavoratori che incroceranno le braccia a sostegno del rinnovo del contratto scaduto a dicembre del 2001. «Le posizioni tra aziende e sindacati -spiega Mario Petitto, segretario generale dell'Slp-Cisl- sono fortemente distanti e l'incontro di oggi ha sancito la rottura ufficiale, dato ce da parte dell'azienda non vi sono passi avanti». I sindacati chiedono 140 euro, che equivarrebbero a 7,2 punti percentuali oltre a 3 punti legati alla produttività, per il contratto scaduto il 31 dicembre del 2001. In particolare chiedono un recupero del differenziale di inflazione pari al 2,7%, una percentuale del 2,5% di inflazione reale per il 2002 e un 2% di inflazione per il 2003 prospettata dalla banca Centrale. I tre punti sarebbero legati al risanamento di quetsi ultimi anni e in particolare al primo utile raggiunto dopo 50 anni. Petitto spiega che i postali «rappresentano la categoria con il più basso reddito in Italia e se lo sciopero nazionale non riaprirà una trattativa con l'azienda saremo costretti ad articolare una serie di agitazioni sviluppate per territorio, fermando gli impianti di lavorazione, gli sportelli, il recapito». Petitto non ha dubbi nell'affermare che questo che si annuncia è un lungo conflitto sociale «che porterà a un crollo della qualità e dei ricavi. E siamo preoccupati, perchè l'azienda nonostante il risultato positivo è ancora fragilissima. E basta poco per farla tornare nuovamente indietro». Con il rischio «di mancare l'appuntamento della quotazione per il 2004. Una serie di scioperi come siamo pronti a fare farebbe saltare tutto e stavolta non molleremo».