L'economia frena Tremonti rivede le stime di crescita
I documenti saranno portati al prossimo Consiglio dei Ministri previsto per giovedì. Anche l'Italia come gli altri Paesi industrializzati ha rivisto al ribasso le stime di crescita che passeranno dal 2,3% contenuto nel Programma di Stabilità ad un livello attorno all'1,1, anche se ieri il ministro delle Attività Produttive Antonio Marzano non escludeva che la crescita dell'economia del 2003 possa essere «anche migliore» di quanto calcolato dal Fmi. La minore crescita farà aggiornare al governo anche l'obiettivo programmatico del deficit di quest'anno: si passerà dall'indebitamento netto pari 1,5% del Pil, così come indicato nel programma di stabilità, a qualche decimale sopra il 2%. Le nuove stime terranno conto sia della maggiore elasticità concessa ai paesi in caso di rallentamento economico sia del gradino tra previsioni e stime finali dell'Istat che i conti pubblici si trascinano dietro da alcuni anni. L' elasticità consentirebbe, se la stima di crescita scenderà all' 1,1%, di portare il deficit al 2,1%. A questo si potrebbe poi aggiungere qualche decimo di punto del «gradino» statistico dovuto alle ultime revisioni fatte dall' Istat, portando il valore dell' indebitamento netto che si aggirerebbe attorno al 2,2-2,3%, vicino cioè alla stima fatta dall' Unione Europea. I tecnici del ministero dell'Economia stanno verificando l'impatto di una rapida conclusione del conflitto in Iraq, che potrebbe dare nuovo fiato alla congiuntura ma anche il rallentamento della produzione industriale. E bisognerà attendere qualche mese perchè le cose cambino. Anche marzo - secondo l' Isae - la produzione dovrebbe segnare un valore negativo (-0,4%) con una situazione di stallo che dovrebbe essere superata ad aprile quando l'indice potrebbe segnare una crescita dell' 1,2%. L'aggiornamento della Relazione Previsionale, che accompagnerà il varo della Trimestrale, conterrà anche le stime del debito e dell'inflazione. L'andamento del prezzi a marzo ha messo a segno una crescita tendenziale del 2,7%. Il governo, che nelle ultime previsioni del 2003 punta ad una inflazione dell'1,9%, sembra tranquillo. Anche ieri il Fondo monetario ha ribadito che non cambierà le sue previsioni sull'Italia (Pil 2003 +1,1%) nonostante l'esito favorevole della guerra in Iraq.