Borse, euforia da fine guerra
La battaglia di Bagdad e l'ingresso dei militari americani nella capitale irachena fanno sperare in una fine vicina per il conflitto. Il risultato è visibile sui listini delle borse europee, che di slancio mettono a segno rialzi anche superiori al 5% (Londra chiude a +3.18, Amsterdam +5.68, Parigi +3.44, Piazza Affari +2.42, Francoforte guadagna il 4,65%). Sono stati recuperati 150 miliardi. E Wall Street, anch'essa di buon umore per le notizie dal fronte, è sulla strada del rally (Dow Jones +2.24%, Nasdaq +2.61%). Sul mercato valutario si rafforza il dollaro: il biglietto verde è schizzato violentemente all'insù nei confronti di tutte le principali divise e l'euro, che in Asia aveva toccato 1,063 dollari da 1,0730, nelle prime battute in Europa è sceso fino sotto quota 1,06. Alla fine però la divisa europea recupera e chiude ampiamente sopra i minimi, finendo a 1,0630 all'insegna della prudenza. Quasi tutti positivi i titoli milanesi del Mib30. Fanno eccezione solo Ras (-0.21) e Telecom (-0.12). Per il resto si registrano rialzi importanti, come quello di Mediolanum (+6.51%) e Bnl (+6.35). Nella seduta odierna hanno infatti brillatto soprattutto i titoli bancari e del risparmio gestito (Fideruram +5.30, Intesa +5.20%, Mps +3.90%). Bene anche Fiat (+2,96%), che risale sopra i 6 euro (chiude a 6,06) e Generali si porta a quota +3.52% (a 19,4 euro). Mediobanca va a +3.22% e va b ene anche il comparto assicurativo. Fuori dal Mib30, in evidenza soprattutto e.Biscom (+9,97%). Tornando al Petrolio il premio guerra incorporato nelle quotazioni sta evaporando. Il greggio di riferimento Usa è sceso sotto 28 dollari, a 27,69 dollari al barile dai 28,62 del finale a New York. Anche le quotazioni del greggio a Londra, con riferimento al mercato europeo, hanno subito forti ribassi. A Londra il future del Brent per consegna a maggio viene scambiato sull'International Petroleum Exchange a quota 23,65 dollari al barile, il 4,1% in meno rispetto ai 24,68 dollari segnati in chiusura di venerdì scorso. Si tratta del calo maggiore degli ultimi cinque mesi, che ha causato una rapida erosione del premio guerra incorporato nei prezzi. Per quanto riguarda poi il prezzo del petrolio Opec, la scorsa settimana è stato in media di 26,57 dollari per barile (159 litri), in crescita rispetto a 25,87 dollari della settimana precedente, secondo quanto ha reso noto il Segretariato dell'Opec a Vienna. L'improvviso calo del greggio ha spinto il presidente dell'Opec a indire una riunione per il 24 aprile. Ii paesi produttori potrebbero decidere un taglio della produzione giornaliera nel tentativo di sorreggere il prezzo.