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Ogm, Alemanno la spunta. Controlli a tappeto

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Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di società che producono sementi contro gli esami su mais e soia

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Il Tar del Lazio ha respinto con un'udienza straordinaria il ricorso di 4 società produttrici di sementi che ne avevano chiesto l'annullamento, previa sospensione, della circolare emessa il 13 dicembre del 2002. I giudici amministrativi della sezione Seconda Ter hanno anche respinto la richiesta, avanzata dalle quattro società produttrici, di svincolare e far vendere su tutto il territorio nazionale lotti di sementi che il laboratorio chimico di Roma dell'Agenzia delle dogane aveva sequestrato il 10 marzo scorso. In attesa del giudizio di merito, che sarà espresso dopo una successiva udienza, il Tar ha spiegato che la circolare ministeriale «deve essere intesa - hanno scritto i giudici - nel senso che per i protocolli di analisi e i parametri di riferimento deve aversi riguardo» al decreto ministeriale del 22 dicembre del '92 e al protocollo Ue del 2001. La normativa, ha aggiunto il Tar, impone l'etichettatura del prodotto con l' indicazione della presenza, anche minima, di ogm «a prescindere - hanno concluso i giudici - dal fatto che tale presenza sia originaria o accidentale». Commenti positivi dalla Coldiretti. «Il pronunciamento del Tar del Lazio sugli ogm, conferma la scelta della tolleranza zero nei confronti degli inquinamenti per consentire alle imprese agricole una semina sicura e ai consumatori scelte di acquisto consapevoli». Se quasi il 70% dei cittadini europei - secondo il sondaggio Eurobarometro realizzato per conto della Commissione europea - non comprerebbe cibi geneticamente modificati neanche se costassero di meno o contenessero meno grassi, secondo la Coldiretti «è necessario dire no alla coesistenza tra coltivazioni Ogm, tradizionali e biologiche».

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