I meno pagati nel commercio e nei servizi. Penalizzato il Sud
Che sia colpa dell'introduzione dell'euro o no, sta di fatto che l'aumento costante da un anno a questa parte del carovita unito ad una politica dei redditi molto rigorosa, sta avendo un impatto negativo sulle buste paga. È il risultato del terzo rapporto sulle retribuzioni del Belpaese che verrà pubblicato venerdì su Corriere Lavoro, secondo cui l' inflazione, giunta al 2,7% per l' Istat, sta facendo dimagrire le buste paga anche se la grande tosatura è cominciata dal 2000. Il taglio degli stipendi diventa più oneroso se invece dei dati Istat si prendono in considerazione le rilevazioni delle associazioni dei consumatori che più volte hanno criticato l'Istituto di statistica. Secondo i dati dell'indagine, in particolare, gli impiegati hanno perso il 2,7% del salario reale (incrementi retributivi meno l' inflazione ndr), gli operai lo 0,9%, i quadri lo 0,3% mentre i dirigenti sono riusciti a pareggiare il dato inflattivo. Sull' ultimo biennio 2000-2002, le perdite sono però ben più sostanziose: gli impiegati sono i più tartassati in assoluto ed hanno perso il 7,1%; gli operai hanno perso il 4,9%, i quadri il 3,4%, i dirigenti il 3,2%. L' indagine è stata realizzata da Od&M per Corriere Lavoro su quasi 830 mila buste paga di tutta Italia e di tutti i settori e conferma, al di là dei dati Istat, la perdita progressiva degli stipendi nella corsa con l' inflazione. I più penalizzati, come al solito, sono comunque i lavoratori del Sud e le donne. Per quanto riguarda i singoli profili, Milano paga meglio i manager, mentre gli impiegati meno pagati sono a Nuoro e Oristano. Gli operai pagati peggio sono a Ragusa, Verbania e Asti, mentre nei settori i meglio retribuiti lavorano nelle banche e nelle assicurazioni. I meno pagati nel commercio e nel turismo.