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Bce, Italia promossa grande sforzo per il risanamento

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È stato questo il riconoscimento tributato dal presidente della Banca Centrale Europea, Wim Duisenberg in occasione dell'incontro che il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha avuto con il presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi. Il processo di convergenza dell'Italia verso i parametri stabiliti dal trattato di Maastricht, ha sottolineato Duisenberg, «ha anche contribuito grandemente alla stabilità macroeconomica nel paese e negli altri paesi europei nel rispetto dei parametri contenuti nel cosidetto patto di stabilità e di crescita». Anche se molti non lo pensavano possibile, «l'Italia è entrata a far parte della famiglia stabile dell'Europa». Il consiglio direttivo della Bce, che si riunirà oggi a Roma per la prima volta dalla nascita della banca centrale, non dovrebbe tagliare nuovamente i tassi di interesse, dopo la riduzione di 0,25 punti decisa all'inizio di marzo. La maggior parte degli analisti, tuttavia, è persuasa che un diminuzione del costo del denaro sia ormai in agenda e avverrà, probabilmente, entro l'estate. Se la Bce, per il momento, preferisce non utilizzare la leva monetaria, è perchè sono ancora troppo elevate le incertezze relative alla durata e alle ripercussioni macroeconomiche del conflitto in Iraq. Una tesi, quest'ultima, ribadita recentemente da numerosi esponenti del board dell'istituto di Francoforte, tra cui il capoeconomista Otmar Issing. Il banchiere tedesco ha dichiarato che la banca, se necessario, è pronta a «intervenire giorno e notte» per fronteggiare un'eventuale crisi di liquidità dei mercati, raffreddando tuttavia le aspettative di chi si attende un'imminente riduzione del costo del denaro. «Sarebbe pericoloso nutrire aspettative eccessive sulla Bce», ha precisato Issing, spiegando che la politica monetaria non è uno «strumento con cui la banca possa annullare le conseguenze di una guerra sull'economia». La precaria situazione macroeconomica e il clima di incertezza molto elevata, entrambi ulteriormente peggiorati negli ultimi giorni, secondo alcuni economisti giustificherebbero già adesso una sforbiciata del costo del denaro, attualmente al 2,50%. La banca centrale, tuttavia, preferisce avere un quadro più chiaro della situazione prima di sparare preziose cartucce che, se utilizzate al momento non opportuno, sortirebbero l'effetto di «una goccia nel mare dell'incertezza», secondo l'ormai celebre espressione coniata un paio di mesi fa dal presidente Wim Duisenberg. Oggi il presidente Duisenberg potrebbe esprimersi sull'introduzione dell'euro di carta, essendo stata l'Italia in prima linea tra i paesi promotori dell'iniziativa.

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