Mediobanca, accordo con i francesi

La notizia è giunta proprio ieri a poche ore dalla morte di Ariberto Mignoli, ex presidente del patto e poi presidente d'onore dell'accordo parasociale che lega i grandi azionisti della banca d'affari milanese. La riunione del direttivo dei grandi soci della banca d'affari, tenutasi nella sede dell'Unicredit (azionista bancario di Mediobanca insieme a Capitalia) a Milano, ha stabilito la nuova intesa, che dovrà essere ratificata dall'assemblea del patto del prossimo 7 aprile. Nel nuovo accordo parasociale (pari al 60% del capitale) i soci francesi, capitanati dal finanziere Vincent Bollorè, sono stati ammessi con una quota complessiva del 10%. A Bollorè farà capo il 5%, a Groupama, Dassault e altri andranno percentuali non superiori al 2%. Invece, Capitalia e Unicredit scenderanno a un livello massimo del 6% del capitale. Nell'accordo è stato stabilito che il quorum per le delibere del patto sarà ridotto dal 75% al 65% del capitale apportato dai soci, mentre per la designazione del presidente e dell'amministratore delegato sarà portato all'80%. E a proposito delle nomine dei vertici, sempre il 7 aprile sono previste all'ordine del giorno le «designazioni che si rendano necessarie», come è scritto in una nota di Mediobanca. Ciò potrebbe significare che l'attuale presidente, Francesco Cingano, e l'amministratore delegato, Vincenzo Maranghi, potrebbero lasciare i loro incarichi prima della scadenza naturale del prossimo ottobre. Le voci di borsa riportano i nomi di Piergaetano Marchetti alla presidenza e del braccio destro di Umberto Agnelli, Gabriele Galateri di Genola, alla poltrona di amministratore delegato. Ma con la nuova maggioranza stabilita tutto è da decidere. La bozza del «trattato di pace» sottoscritta prevede che i francesi ed esteri avranno quattro consiglieri su un totale di 21 membri. Oltre al presidente e all'amministratore delegato e ai membri esteri il cda sarà composto da 8 consiglieri espressione delle banche, 7 nominati dal gruppo italiano del patto. Inoltre, nel caso di disaccordo tra italiani e francesi su delibere strategiche, i soci d'oltralpe potranno cedere le proprie quote agli altri aderenti al patto. Infine, sarà proposto all'assemblea dei soci di Mediobanca un quorum qualificato di due terzi sulle delibere strategiche del cda. La pace in Mediobanca avrà naturalmente effetti sulla sua controllata Generali, dove dovrebbe essere rieletto alla presidenza Antoine Bernheim. Avrebbero raccolto «ampio consenso» nel direttivo del Patto di sindacato ospitato nella sede di Unicredit le candidature ai vertici di Mediobanca di Piergaetano Marchetti, che potrebbe assumere la presidenza, e di Gabriele Galateri di Genola, indicato come amministratore delegato. Il nuovo assetto di vertice potrebbe inoltre prevedere la promozione dei due apprezzati vice direttori generali, Alberto Nagel e Renato Pagliaro. Nomine queste ultime, che «sarebbero realizzate nel segno della continuità con l'attuale gestione».