Borse, i mercati amano la guerra
Perdono meno Londra (-9,2%), Milano (-9,7%), New York (-6,4%)
Così Francoforte e Parigi pagano l'impegno pacifista dei loro governi con vistosi cali delle borse. Da novembre 2002 a marzo 2003 gli indici generali delle Piazze di Francoforte e Parigi sono diminuite rispettivamente del 20% e del 15%. Più contenute invece le perdite di Londra (-9,2%), di Milano (-9,7% per il Mibtel e -10,5% per il Mib 30), di New York (-6,4% Dow Jones e -5,2% il Nasdaq), di Tokio (-6,1%). Lo rileva l'Eurispes nel tradizionale Rapporto Quadrimestrale sull'andamento delle Borse, che evidenzia come i timidi segni di ripresa dei mercati borsistici, intravisti lo scorso autunno, sono stati spazzati via dai venti di guerra. Ora, gli operatori finanziari, mentre investono in liquidità guardano ai venti di pace, condizione necessaria ma non sufficiente, nota l'Eurispes, per la ripresa. E la Borsa appare sempre più come una sorta di Giano bifronte. Guardando agli ultimi 8 mesi emerge che le perdite delle borse di New York, Londra e Milano sono concentrate soprattutto negli ultimi 4 mesi. Da luglio a novembre 2002 invece, New York, e sopratutto il Nasdaq, mostra un chiaro andamento di salita, così come, Londra e Milano che, seppur timidamente, avevano iniziato una risalita che non aveva, però, contagiato la tendenza al ribasso di Parigi, Francoforte e Tokio. Poi, i venti di guerra hanno trascinato tutti al ribasso. Alla base dell'effetto depressivo della guerra sui mercati borsistici c'è la preferenza per la liquidità che gli investitori dimostrano in caso di guerra e che si esplica anche nell'accresciuto interesse per l'oro. E comunque, secondo l'Eurispes, quello che prevale oggi, nel comportamento degli operatori finanziari, non è tanto il timore della guerra in sè, quanto l'attesa sul suo andamento. E quindi dei tempi di durata in attesa del rimbalzo che, come emerge dal passato, dovrebbe segnare la fine del conflitto. Quanto all'Italia e alla borsa di Milano, dallo studio dell'Eurispes emerge che, negli ultimi tre anni, dal marzo del 2000 ad oggi, di fronte ad ribasso medio del 50% i titoli che hanno perso di più sono quelli dei servizi (-61%) seguiti dai finanziari con un -41%. Decisamente meglio per gli industriali che perdono il 36%. Quanto alla capitalizzazione si riduce del 55% bruciando in tre anni ben 632 miliardi di euro. All'epoca della Guerra del Golfo le borse andarono giù al momento dell'attacco dell'Iraq al Kuwait, precipitarono con la reazione della coalizione occidentale (Francoforte -28,35%, nel periodo gennaio '91/luglio '90; Parigi -23,03%; Tokio -25,15%; Londra - 10,48%; New York Dow Jones - 10,07%; Milano -7,52%) toccando in quell'occasione il loro minimo. Solo a marzo la borsa risale a seguito della firma dell'armistizio. Sino ad oggi si può ritenere che le borse abbiano seguito il copione del 1990/91.