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Antitrust, maxi multa a Philip Morris e Eti Accordo anti concorrenza

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Questa l'accusa che l'Antitrust ha tradotto in salata condanna nei confronti di uno dei colossi mondiali del tabacco, la Philip Morris, e all'Ente Tabacchi Italiani (Eti). Le due società adesso rischiano il pagamento di una multa che complessivamente ammonta a 70 milioni di euro (50 a carico della multinazionale, 20 sulle spalle dell'Eti), per aver appunto messo su una «intesa restrittiva della concorrenza» e in pratica facendo lievitare il prezzo delle sigarette. La Philip Morris - nelle settimane scorse incappata in un'altra multa comminata dal governo Usa - ha già annunciato che presenterà un ricorso contro la decisione dell'Antitrust e rilancia: «Abbiamo effettuato aumenti di prezzo perché richiesti dallo Stato italiano come parte delle politiche fiscali e di bilancio». Mentre l'Eti dice che nessuna comunicazione sulla vicenda gli è arrivata, quindi si riserva l'inizio di eventuali azioni legali e comunque dice che la condanna si riferisce ad attività «in gran parte svolte in anni precedenti alla costituzione dell'ente stesso». La faccenda non è sfuggita ai consumatori, che annunciano battaglia. Le associazioni Codacons, Adusbef e Federconsumatori dicono di aver in mano parecchie carte «per portare avanti cause di rimborso e far ottenere la restituzione del 20% delle cifre pagate per le sigarette». Ma pongono un paletto: a patto che i fumatori riescano a dimostrare di aver smesso di fumare. Tra le proposte, quella di utilizzare i soldi che lo Stato incasserà dalla multa per finanziare campagne antifumo. La multa l'erario però deve ancora incassarla. E la Philip Morris già prepara il proprio esercito di legali. «Questa decisione ignora la realtà, ovvero che il mercato delle sigarette in Italia è stato controllato dal governo italiano per molti anni», sostiene Mark Friedman, vice-presidente del colosso del tabacco. Giuseppe Tesauro, numero uno dell'Autorità della Concorrenza però risponde che la Philip Morris «forse non ha letto bene il provvedimento: Abbiamo guardato solamente ai Monopoli di Stato come impresa così come ha fatto la Commissione Ue nel '98, che li ha condannati per abuso di posizione dominante. L'ente Monopolio di Stato aveva due cappelli, a noi interessava quello di impresa e a quello ci siamo fermati. Il fatto che avesse anche una valenza pubblicistica non ci ha interessato». Il motivo della sanzione, in effetti, è si base sulla constatazione che «dal 1993 al 2001, la famosa marca americana di sigarette e l'Ente tabacchi hanno applicato aumenti di prezzo contestuali e omogenei, mantenendo così la loro quota congiunta di mercato al di sopra del 90%, anche attraverso azioni volte a limitare iniziative concorrenziali di altri operatori». Sia la Philip Morris che l'Eti hanno annunciato che presenteranno ricorso.

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