MILANO — Moto d'orgoglio dei listini europei, che dopo le forti perdite della vigilia ieri hanno ritrovato ...
Restano ancora tutte sullo sfondo, però, le apprensioni dei mercati per il conflitto in Iraq. Il Vecchio Continente, infatti, approfitta del rimbalzo dei mercati Usa nel pomeriggio per risalire la china, dopo aver segnato in avvio di settimana le maggiori perdite da mezzo anno. L'uscita di alcuni dati economici Usa non hanno ostacolato la rimonta, ma il sesto giorno di guerra, cruciale per l'avanzata delle truppe anglo-americane a Baghdad, vede tutte immutate, se non accresciute, le apprensioni sul conflitto, di cui si teme l'impatto sull'economia. Dopo che il presidente americano Bush ha annunciato che le forze di coalizione stanno facendo «buoni progressi» in Iraq e che vinceranno, gli investitori hanno di nuovo preso coraggio emettendo ordini in acquisto. Parigi guadagna il 2,53%, Londra lo 0,5%, Francoforte, ancora aperta, sale del 3,15%, abbondantemente sopra la soglia dei 2.500 punti. Bene anche Milano dove l'indice Mib30 chiude a 22.877 punti (+1,79%), il Mibtel ha guadagnato l'1,47% e il Numtel l'1,06%. Tra le blue chip, pesante MontePaschi (-2,57%) in seguito all'annuncio delle dimissioni da parte del direttore generale Vincenzo De Bustis che lascerà l'incarico il 26 aprile in occasione dall'assemblea dei soci. Male anche Parmalat (-0,58%). Fiat rimane sotto i 6 euro a +1,94% in attesa dei prossimi passi del piano di rilancio (ieri si è tenuto il previsto incontro tecnico con le banche creditrici). I titoli del Lingotto hanno favorito la buona performance anche delle ifil (+6%), di cui venerdì si riunirà il consiglio di amministrazione. Bene il comparto energetico: Enel guadagna 2,03%, Eni sale dell'1,37%, Saipem dell'1,63. Intanto, l'euro è tornato a indebolirsi sul dollaro dopo che in mattinata aveva superato di slancio quota 1,07 per poi venire scambiato in serata a 1,0691 contro il biglietto verde. In salita anche il prezzo del greggio: a Londra è oltre i 26 dollari al barile. A New York è tornato a sfiorare i 30 dollari. Ma grazie ai cali dei giorni scorsi, la benzina in Italia ha subito in cinque giorni, dall'inzio della guerra, un taglio di 20 centesimi, toccando i livelli di gennaio con la benzina verde che torna a quota 1,082 euro. Le tensioni sul prezzo del greggio non dipendono solo dalla crisi irachena ma dall'altrettanto grave situazione che si è creata in Nigeria.