Fiat, la Borsa ignora le dismissioni
Iniezione di liquidità. Varato l'aumento di capitale di 250 milioni
Anzi, anche sulla scia del cattivo andamento dei titoli del settore auto in Europa, ha perso il 4,71% a 5,78 euro. Per gli analisti di Piazza Affari la vendita di Toro è un ottimo affare per Fiat. Il Lingotto ha venduto Toro per 2,4 miliardi di euro, all'incirca quanto era stata valorizzata la compagnia assicurativa nel giugno del 2000, quando Fiat lanciò un'opa per ritirarla dal listino. Da allora, però, i gruppi assicurativi di tutto il mondo hanno visto più che dimezzarsi la loro capitalizzazione di borsa. Intanto Standard & Poor's ha comunicato che la vendita di Toro a De Agostini da parte di Fiat «non avrà alcun effetto sui rating o sull'outlook» del gruppo. L'operazione era stata già considerata da S&P prima della decisione del 5 marzo scorso di declassare il rating di Fiat, insomma già si dava er scontata la vendita dei gioielli di famiglia. S&P «continuerà a monitorare il successo di Fiat nell'effettuare le vendite delle sue attività e le impegnative misure di ristrutturazione interne». Intanto è stato dato il via libera all'aumento di capitale da 250 milioni di euro dell'accomandita per azioni e via libera al cambio della guardia nella Fondazione Agnelli. L'assemblea dei soci della G. Agnelli Sapaz, infatti, ha deliberato un aumento di capitale a pagamento per 166,7 milioni di euro e l'emissione di un prestito obbligazionario convertibile per 83,3 milioni. La sottoscrizione delle nuove azioni e delle obbligazioni verrà effettuata nel corso di aprile. Come previsto, l'assemblea dell'accomandita ha poi nominato Gianluigi Gabetti alla vicepresidenza. Sempre ieri a Torino si è anche riunito il cda della Fondazione Agnelli che, dopo aver ricordato la figura dell'Avvocato - che ha presieduto la Fondazione fin dalla sua costituzione nel 1966 - ha nominato alla presidenza Umberto Agnelli, alla vicepresidenza Susanna Agnelli e ha cooptato in consiglio John Philip Elkann. Oggi dovrebbe svolgersi un nuovo summit tra Fiat e le banche creditrici, Sanpaolo Imi, Banca Intesa, Capitalia e Unicredit, per fare il punto sullo stato di avanzamento del piano di risanamento del gruppo torinese anche a seguito della cessione della Toro alla De Agostini.