Inflazione in balia del petrolio

A marzo il previsto calo non c'è stato e il carovita, stando alle prime indicazioni che vengono dalle città campione, potrebbe restare inchiodato al 2,6%, nella migliore delle ipotesi, o addirittura salire al 2,7%. A febbraio l'inflazione si era attestata al 2,6%. L'aumento rispetto a febbraio, invece, sarà dello 0,2 o dello 0,3%. Bisognerà comunque aspettare fino al 14 aprile per avere il dato definitivo. Il presidente dell' Istat, Luigi Biggeri spiega che stanno aumentando i prezzi alla produzione e questo avrà inevitabilmente ricadute sui prezzi al consumo. Biggeri lancia la proposta di un controllo dei prezzi «non dal punto di vista dirigistico, ma in termini di conoscenza». Pareri diversi dagli analisti: «Secondo noi - afferma Paolo Guida di Unicredito Banca Mobiliare - l'aumento congiunturale è stato dello 0,3%, mentre su base annua siamo al 2,7%. Si tratta di un risultato in linea con le attese, a causa dell'impatto del petrolio sul prezzo dei carburanti: le recenti riduzioni del prezzo del petrolio, infatti, si faranno sentire soltanto ad aprile». D'accordo con Guida (0,3% e 2,7%) è Donato Berardi del Ref, secondo cui si tratta di un risultato in ogni caso positivo, dal momento che «uno 0,1% pieno di aumento mensile si deve al petrolio, e quindi vuol dire che di fondo l'inflazione sta rallentando». Diversa la valutazione di Giada Giani di Intesa, secondo cui il dato definitivo registrerà una crescita dello 0,2% su base mensile e del 2,6% su base annua: «In ogni caso - osserva l'analista - la dinamica inflazionistica non sembra rientrare, soprattutto a causa dei prodotti energetici, che incidono per uno 0,07% sullo 0,2% di aumento mensile». Sono le voci trasporti e abitazione, acqua, energia e combustibili, dunque, quelle che pesano di più sull'aumento. A Milano, per esempio, i trasporti registrano un aumento congiunturale dello 0,5% e annuale del 3,4%. Stesso incremento mensile anche Torino, che su base annua mostra una crescita del 3,8%. La voce abitazione, acqua, energia e combustibili, invece, fa segnare un +0,4% e un +3,5% a Milano, e un +0,6% e +5,8% a Bari. Ma non è solo il petrolio, avvertono gli analisti, a incidere sull'andamento dei prezzi. L'aumento delle sigarette - sottolinea Guida - si vede chiaramente alla voce bevande alcoliche e tabacchi, che a Milano sale dello 0,4% su base mensile e del 4,1% su base annuale. Sostenuta, secondo Giani, è anche la tendenza al rialzo di alberghi, ristoranti e pubblici esercizi, «dopo il periodo di calma di gennaio e febbraio». A Venezia, città turistica per eccellenza, il rialzo mensile è stato infatti dello 0,6%, con un aumento annuo del 3,1%. Ma anche Napoli (0,9% e 3,5%) e Palermo (+0,5% e +3,9%) non sono da meno.