Le Borse credono alla vittoria Usa
Solo nel finale di seduta gli indici, con l'avvio debole di Wall Street hanno limato i guadagni e mostrato qualche tentennamento. «Potremmo assistere ad un rally da invasione», ha commentato da Londra Adam Holmes di Credit Suisse Asset Management, che ritiene che il mercato si sia mostrato «un pò nervoso finchè c'era incertezza, ma quando qualcosa effettivamente accade, allora si risolleva con un rally». Così, dai minimi di sei giorni fa, gli indici globalmente si sono ripresi del 16%, grazie a un buon andamento generale mentre in questa seduta si sono messi in evidenza soprattutto media, farmaceutici, utility, grande distribuzione e automobilistici. L'indice DJ Stoxx 50 ha guadagnato l'1,23% e la capitalizzazione è salita a 4.370 miliardi di euro. Piazza Affari ha mantenuto la calma e la seduta si è chiusa in rialzo puntando su una guerra di durata brevissima. Il Mibtel ha guadagnato l'1,52% a 16.628 punti e il Mib30 l'1,63% a 22.805 punti. Dopo il tonfo della vigilia Eni fa un balzo in avanti del 3,34% a 12,96 euro. Sulla stessa scia Snam Rete Gas (+2,32% a 3,17 euro). Nel comparto energia non si mostrano all'altezza Enel (-0,83% a 5,23 euro). Dopo un avvio incerto Fiat ha toccato un rialzo oltre l'1% per poi rallentare nuovamente e chiudere in progresso dello 0,48% a 6,2 euro. Effervescente fin dalle prime battute Ifi privilegio che ha guadagnato il 5,69% a 7,26 euro. Bene anche Ifil (+2,36% a 2,17 euro) e Ifil risparmio (+1,82% a 1,79 euro). In attesa dell'attacco, dopo quattro giorni di ribassi, tornano a salire le quotazioni del petrolio. All'Ipe di Londra il Brent ha guadagnato 48 centesimi, ovvero l'1,8%, scambiando a 27,73 dollari al barile. Il greggio Usa guadagna 24 centesimi e costa 31,91 dollari, dopo avere perso il 9% dell'altro ieri. Secondo gli analisti i prezzi non si discosteranno troppo da questi livelli fino a quando non comincerà la guerra. Smentita invece la voce di possibili tagli alla produzione da parte dell'Opec. Sul fronte interno i consumatori tornano alla carica e invocano a gran voce l'intervento del governo per calmierare il prezzo dei carburanti. L'Intesa dei consumatori, infatti, chiede a Palazzo Chigi d'intervenire d'urgenza, dando il via libera a una «defiscalizzazione con un bonus pari a 0,075 euro per litro e la riduzione dell'iva sul gas al 10%».