Mediobanca, è accordo su Generali
Sarà rivisto il patto di sindacato di Piazzetta Cuccia. Resta il nodo di Maranghi
La conferma ufficiale ancora non c'è ma i soliti ambienti ben informati vicini alle parti, vanno in questa direzione. Il nodo che resta ancora da sciogliere riguarda i tempi dell'uscita di scena dell'amministratore delegato di Mediobanca Vincenzo Maranghi. Il fronte capeggiato da Unicredit vorrebbe che se ne andasse a fine aprile mentre il finanziere francese Vincent Bolloré e gli altri amici dell'attuale timoniere di piazzetta Cuccia, sono propensi ad aspettare la fine del amndato ad ottobre. L'accordo quadro prevederebbe la stabilizzazione delle quote in mano al fronte guidato da Unicredit e dagli altri soci del patto di consultazione, Capitalia e Mps, con il mantenimento di Mediobanca quale socio di riferimento di Generali; inoltre, l'ingresso nel Cda di Trieste di 3-4 rappresentanti delle stesse banche, nonché la conferma degli attuali vertici di Trieste che potranno contare su un mandato triennale. Per quanto riguarda Mediobanca, è prevista la revisione del patto di sindacato con una presenza di peso di Vincent Bolloré, che ha confermato che «le trattative vanno nelle giusta direzione per ristabilire la calma», e l'arrivo di nuovi soci industriali e/o bancari (popolari senza attività di merchant bank) a fronte del ridimensionamento di Unicredit e Capitalia, che manterrebbero tuttavia una sorta di diritto di veto. La possibilità di arrivare ad un accordo era nell'aria e si attendeva proprio il cda di Generali per avere ulteriori elementi sul clima che si respira dopo i cruenti scontri dei giorni scorsi e prima dell'assemblea del Leone fissata per il 26 aprile. Già l'altro ieri l'ad di Unicredit, Alessandro Profumo, si era dimostrato più che disponibile alla trattativa e, in caso di accordo, a «smilitarizzare» la propria presenza in Mediobanca facendo posto a nuovi soci. E ieri, dalle colonne del Wall Street Journal, affermava che ìci sono discussioni in corso e siamo vicini a trovare una soluzione. L'obiettivo è dare a Generali maggiore autonomia, ma anche cambiare la struttura di management di Mediobanca. Giusto il tempo di leggere l'articolo che sul mercato dei blocchi, dopo giorni di calma, riprendono le danze. In una sola transazione sono passate di mano stamane 18,418 azioni del Leone di Trieste, pari all'1,45% del capitale al prezzo unitario di 24,1605 euro (contro le 20,79 dei corsi di Borsa) per un controvalore di 444,9 milioni di euro. Alla fine della seduta, in contemporanea con il cda, il titolo perde il 3,6% attestandosi a quota 19,98 euro. Poi, nel primo pomeriggio, Bolloré che conferma che sono in corso trattative con il fronte bancario: «Ci sono sempre trattative fra persone ragionevoli - ha detto Bolloré - però trattiamo su Mediobanca perché io non sono azionista di Generali». Il finanziere nega inoltre che vi siano accordi tra i soci esteri di Mediobanca. Tornando al cda delle Generali si e' chiuso con una perdita consolidata di 754 milioni il bilancio consolidato 2002 (1,100 milioni di utile nel 2001), dopo svalutazioni per 3,998 milioni. In miglioramento dell'11% il risultato della gestione tecnica, che ha ridotto la perdita a 583 milioni. Utile di 206 milioni per la capogruppo (da 442 milioni) che distribuira' un dividendo invariato di 0,28 euro per azione.