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Il dollaro sconta la guerra lampo e vola

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L'euro perde quota e scivola sotto la soglia di 1,06. La Fed lascia i tassi invariati

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E ieri la Federal Reserve ha deciso di lasciare invariato il costo del denaro, ai livelli dell' 1,25% sui Fed Funds che rappresenta il minimo dal mese di luglio del 1961. La Fed non ha espresso alcuna valutazione sull'economia Usa. A favore del biglietto verde gioca la percezione che, dopo il no di Baghdad, gli Usa potrebbero lanciare l'attacco anche prima del termine di 48 ore fissato dall'ultimatum di Bush, e soprattutto che si tratterà di un conflitto ad alta tecnologia, di breve durata e vittorioso. La moneta unica ha così ripiegato fino a un minimo di seduta di 1,0543 dollari, il livello più basso dal 15 gennaio scorso, dopo aver segnato un massimo di 1,0654. La divisa europea ora oscilla attorno a 1,0620 dollari vicino ai livelli della chiusura di ieri a New York (1,0637) raggiunti in seguito alla precipitosa discesa innescata dagli sviluppi della crisi irachena (1,0801 quotazioni Bce di lunedì). La valuta americana, dopo aver totalizzato nel 2002 nei confronti dell'euro un ribasso del 16,7%, ha segnato un recupero del 4,2% nel giro degli ultimi cinque giorni e dell'1,6% sullo yen. Un chiaro sintomo della visione ottimistica degli investitori che al momento vedono una guerra veloce, e sostanzialmente indolore, in grado peraltro di rimuovere gli ostacoli che frenano la crescita della maggiore economia del mondo. Questo, sebbene i segnali sulla congiuntura Usa restino deboli. La contrazione degli investimenti così come dei consumi, unita a una situazione sempre molto critica del mercato del lavoro, non sembra in realtà propiziare solide prospettive di ripresa dell'economia statunitense, anche a guerra finita.

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