Telecom, il mercato ci ripensa
Si rivoltano gli azionisti, il fondo Liverpool si oppone al progetto di fusione con Olivetti presentato alla comunità finanziaria inglese. Solo la Borsa giustifica l'operato del management con una rimonta sostanziosa dei titoli coinvolti (Telecom +6,16%, Olivetti a +2,16%, Pirelli, +1,18%, Tim +6,56%). «Una volta completata l'operazione di riassetto Telecom-Olivetti, il nuovo Gruppo di telefonia sarà contendibile», dice il presidente di Pirelli, convinto che la comunità finanziaria e la stampa internazionale «cambieranno idea» sul piano di riassetto Pirelli-Telecom. Nella sede londinese della JP Morgan, il manager ha detto che gli azionisti di Telecom Italia «devono avere pazienza perchè l'operazione Olivetti-Telecom creerà valore e quindi sarà conveniente per tutti». Tronchetti Provera ha quindi spiegato che si tratta «questioni tecniche che si aggiusteranno. L'operazione in sè per gli investitori a medio-lungo termine è un'operazione corretta che creerà valore». Purtroppo per lui, la stragrande maggioranza degli attori del mercato e degli osservatori la pensa in modo opposto. Per il Financial Times «non è così scontato che Tronchetti ottenga la maggioranza dei due terzi necessatria all'assemblea per dare il via alla fusione». Sono gli azionisti di minoranza di Telecom Italia a preoccupare di più gli analisti che vedono i loro interessi minacciati. In un comunicato, la società di gestione Liverpool Limited Partnership, che valuta in circa 11 miliardi di euro il trasferimento di valore da Telecom a Olivetti, intima ai board di Olivetti e Telecom e ai loro advisor di fare marcia indietro. Liverpool sta organizzando un gruppo informale di soci per valutare i termini della transazione e le possibili misure a tutela dei diritti e degli interessi degli azionisti. Gli operatori e gli analisti, pur concordi nel ritenere necessario l'accorciamento della catena di controllo, non giudicano corretto tener conto solo dei prezzi di Borsa per stabilire il rapporto di concambio tra azioni Olivetti ed azioni Telecom. Il problema vero è che con la fusione i debiti di Telecom passano da 18 a 40 miliardi di euro, situandola allo stesso livello delle altre indebitatissime consorelle europee, cioè France Telecom e Deutsche TeleKom.