La Bce bacchetta Tremonti
Chi sostiene queste tesi non è un esponente dell'opposizione ma il bollettino di marzo della Banca centrale europea che boccia la politica economica del governo italiano sia per il passato, quando sottolinea che i risultati sono stati ottenuti grazie alle una tantum, sia per il futuro, prevedendo che il piano del ministro Tremonti non otterrà i risultati che si propone. E a poco vale la consolazione di essere in compagnia di Grecia e Francia, gli altri due paesi che secondo la Bce rischiano di non raggiungere gli obiettivi di risanamento nel 2003; o della Germania, il cui debito è tornato di poco sopra il 60% del prodotto interno lordo. Secondo Francoforte, in Italia «l'effetto di misure temporanee è in qualche modo incerto», ma soprattutto «la riduzione del rapporto debito-Pil è principalmente riconducibile a un'operazione finanziaria con un significativo effetto una tantum sul debito». I banchieri centrali si riferiscono all'operazione di concambio dei Btp con la Banca d'Italia del dicembre scorso. La bacchettata all'Italia ha subito suscitato reazioni da parte delle opposizioni. L'ex ministro del Tesoro Vincenzo Visco, diessino, sottolinea «l'ennesima smentita all'ottimismo del Governo». L'ex titolare dell'Industria, ora responsabile economico della Margherita Enrico Letta, spiega che «le analisi della Bce rendono reali i nostri timori sugli annunci trionfalistici di fonte governativa sulla situazione dei conti pubblici». A tutti risponde il sottosegretario all'Economia, Vito Tanzi: «è vero che nella Finanziaria ci sono misure una tantum, ma è anche vero che il rapporto deficit-pil dell'Italia è lontano dal 3%». Per quanto riguarda l'intera Eurolandia, il rapporto fra debito pubblico e prodotto interno è rimasto invariato al 69,7% nel 2002, con un risultato «molto meno favorevole del previsto». In Germania, in particolare, il debito ha superato la soglia del 60% sotto la quale era sceso nel 2001. Sul risanamento pesano anche una serie di altri fattori. Francoforte parla di «ulteriori elementi di rischio», rappresentati «in diversi Paesi da ipotesi macroeconomiche ottimistiche e dall'incertezza sulla definizione delle misure di intervento, sulla loro attuazione, sul loro impatto sui conti pubblici». Qui non viene indicato nessun paese preciso, ma e' possibile che la bacchettata sia destinata anche all'Italia, che spesso ha presentato previsioni di crescita ottimistiche. Quanto alla crisi irachena «il consiglio direttivo «è pronto ad agire con risolutezza e tempestività, se la stabilità dei prezzi sarà in pericolo». Nel 2003, comunque, la Bce si attende un «calo dell'inflazione sotto il 2%».