Sanzionati e scontenti
Il Premier in visita al Cremlino
Ai Giardini di Alessandro, a Mosca, davanti alle mura del Cremlino, Giuseppe Conte ha deposto una corona di fiori al Milite Ignoto, quindi è andato sulla Moscova – all'Exopocenter – e lì ha parlato ai rappresentanti dell'artigianato e del commercio per dimostrare «la costante disponibilità dell'Italia». Nella sostanza della sua giornata in Russia, nella Sala Verde del Cremlino, il premier – che paga il prezzo di scelte altrui – ha poi incontrato Vladimir Putin che, comunque, un'alzata di spalle l'ha fatta: «Purtroppo», ha detto il leader russo, «l'Italia ha perduto le sue posizioni sul mercato russo». E sono soldi, tanti – sono punti di Pil in meno per il nostro bilancio – sacrificati sull'altare degli obblighi occidentali, costretti come siamo a sanzionare nazioni amiche, la Russia su tutte, per tenere fede, invece, al patto con alleanze – ebbene sì – assassine. Cosa fatta capo ha – come si suol dire – e c'è perfino la Nato. Ma altrimenti che dire dell'Italia costretta a intrattenere rapporti commerciali e strategici con chi – bombardando mattina e sera lo Yemen – trova il tempo, all'interno di un consolato, di uccidere e tagliare a fette un giornalista dissidente? Nel silenzio di tutti, perfino di Moscovici.