scenari della politica
Più Eros, meno Soros
Algebris, basta la parola. È un fondo di gestione dei piccioli – base a Londra, cuore in Italia – con capo in testa Davide Serra, sostenitore delle Leopolde, quelle del Giglio Magico, nonché ispiratore di Matteo Renzi. Non è proprio un George Soros, il finanziere Serra ma un più che qualcuno diventerà se banchieri, imprenditori, politici s’adunano nel suo think tank, per come riferiscono le cronache di questi giorni per applaudire in Renzi l’unico leader della scena internazionale in grado di annientare la rete globale dei populisti. Piange Viktor Orban, in Ungheria: uno come Serra, non ce l’ha. Trema Steve Bannon, il teorico del sovranismo che ha portato Donald Trump alla Casa Bianca: è senza un Serra. Suda freddo Beppe Grillo, l’artista che – pescando dal deposito dadaista – ha inventato il M5S; Davide Casaleggio, il guru del portale Rousseau, non ha il think e nemmanco il tank ha Matteo Salvini, consapevole, come i suoi compari, dell’evidenza: con Serra in campo, non c’è scampo. «Toccherà di nuovo a noi governare», proclama il serrato Renzi nel mentre che Eros Ramazzotti, chiarisce le idee a tutti: «Ho votato M5S e lo rifarei». E poi: «Salvini smaschera l’ipocrisia generale». Appunto, Eros. Basta e avanza di parola.