Evviva gli asini
Passa maggio, giunge giugno e arriva il licenziamento per 66.000 maestri di scuola elementare. Il diploma magistrale non è più abilitante per l'insegnamento e perciò alla fine dell'anno scolastico i contratti dei maestri senza laurea saranno carta straccia. Lo stabilisce una sentenza del Consiglio di Stato e quel che una volta si poteva fare – salire in cattedra dopo le magistrali – non potrà più farsi. E quel che era “un diritto acquisito” diventa precariato. E chissà se otto giorni di sciopero della fame (cominciato il 28 aprile) e un presidio – ventiquattro ore su ventiquattro davanti al ministero – hanno avuto risposta; l'hanno avuta? Erano maestri col solo diploma quelli della scuola vera, quando Gesualdo Bufalino sognava «un esercito di maestri elementari» – e lo diceva a chi gli chiedeva come fare per uscire dai tempi bui – pensava proprio a loro, i senza-laurea. Il Consiglio di Stato, invece – passato maggio, arrivato giugno – toglie loro la cattedra e li degrada. A salvaguardia delle baronie universitarie. Per farli tali e quali ai 411 indagati dalla Corte dei Conti? Contratto a tempo pieno e senza rinunciare all'attività privata. A beneficio di dottori più che morti. E di asini sempre più vivi.