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Cercasi governissimo

Sempre forte la tentazione di far alleare Forza Italia e Pd

Pietrangelo Buttafuoco
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Perché darsi pena del vuoto di governo, motteggia Fedele Confalonieri, «tanto c'è Gentiloni a palazzo Chigi». Così, si legge in un informato articolo di Francesco Verderami sul Corriere della Sera. E il conte Gentiloni Silverj – ma si sa, infatti – è solo un clone pacificato di Matteo Renzi: il vero titolare sloggiato dalla stanza solo per forma, giusto per non farla troppo sfacciata, e non certo per sostanza. Se perfino da perdente al referendum non s'è schiodato, figurarsi se può mai spaventarsi, Renzi, del risultato del 4 marzo avendo dalla sua parte le ambasciate che contano, i «mercati internazionali che contano», quindi Marco Carrai - l'amico suo degli affari riservatissimi – che molto conta e poi sì, anche Silvio Berlusconi che nel senatore di Scandicci, leader della sinistra, trova il suo vero erede. La fissazione di Berlusconi è il Pd: fare il governissimo di chi ha perso le elezioni. E proprio non c'è da darsi pena. C'è pur sempre Gentiloni e neppure potrà spuntare un nuovo Alfano – uno che consegni il centrodestra al Pd, come fece Angelino col suo Ncd - per un motivo assai semplice: il Cavaliere, ormai, è l'Alfano di se stesso.

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